La Casa Bianca di Trump prende forma e nessuna delle cariche è stata accolta finora favorevolmente da chiunque non sia un sostenitore di Trump, ma la resistenza più forte l’ha evocata la nomina di Sessions al ministero della giustizia. Famoso per le sue dichiarazioni in appoggio al KKK, Sessions ha definito l’associazione per i diritti degli afroamericani Naacp «un gruppo di comunisti antiamericani». Proprio il presidente della Naacp, Cornell W. Brooks, ha dichiarato la nomina di Sessions «profondamente preoccupante». «Dobbiamo andare avanti, non indietro – ha detto Brooks – la nazione ha bisogno di azioni federali per la tutela del diritti al voto, di riforme per gli abusi e l’uso del profilo razziale da parte della polizia, di proteggere i diritti della comunità Lgbt e di altre comunità vulnerabili in un’epoca di odio crescente. Attraverso il Congresso e con ogni mezzo disponibile, la Naacp resisterà alla visione regressiva e intollerante del senatore Sessions».

STESSO TONO è stato tenuto dalla senatrice Elizabeth Warren, da Bernie Sanders, e da tutto il partito democratico, ma la nomina di Sessions sembra sicura. In questo quadro il nome di Mitt Romney come segretario di Stato appare come una «buona notizia». L’incontro Tra Trump e Romney è avvenuto ieri sera nella sede del National Golf Club del New Jersey .

IL MORMONE Romney, avversario di Obama nel 2012, non ha mai amato Trump, l’ha definito «una frode e un ciarlatano», ha ammesso di non averlo votato ed ha sostenuto il candidato indipendente in Utah. Romney è sempre stato accusato di essere un voltagabbana: è stato contro, pro e di nuovo contro il diritto all’aborto, ha implementato in Massachusetts una riforma sanitaria adottata come modello da Obama per l’Obamacare a cui Romney però si dichiarò contrario e che se fosse diventato presidente l’avrebbe abrogata, ma non ha mai sostenuto il Kkk o sposato posizioni razziste e sessiste.

La danza delle nomine di Trump è stata brevemente interrotta da una notizia arrivata venerdì sera, quella sull’accordo raggiunto tra le parti riguardo la causa sulla Trump University. Il procuratore generale di New York ha reso noto che il presidente eletto Donald Trump ha acconsentito ad un accordo per risolvere tre cause legali relative alla Trump University, con risarcimenti per 25 milioni di dollari. Trump aveva sempre dichiarato che si sarebbe rifiutato di pagare anche un solo centesimo in quanto innocente, questo patteggiamento è un’ammissione di colpa ma certo meglio di una lunga serie di processi da presidente eletto. Ma i grattacapi per Trump non son finiti.

LA BELLA NOTIZIA della scoperta in Texas del più grande giacimento di petrolio nella storia americana, il cui valore sarebbe di almeno 900 miliardi di dollari, quasi una benedizione per la nuova amministrazione che punta ad aumentare le estrazioni di greggio negli Stati Uniti, aumentando le licenze offerte alle compagnie e ammorbidendo le regole per le trivellazioni, con buona pace del rispetto per l’ambiente, arriva in concomitanza con il divieto del presidente uscente Barack Obama per le trivellazioni petrolifere offshore nell’Artico e nell’Atlantico. Quello di Obama è un piano quinquennale del Bureau of Ocean Energy Management (Boem) e riguarda le concessioni offshore 2017 – 2022. Oltre il mandato di Trump, quindi. Il decreto di Obama arriva dopo l’avviso di Trump che gli proibiva di legiferare sulla politica estera in modo da non inviare messaggi contrastanti, ma, riguardando gli Stati Uniti, il presidente uscente si deve essere sentito ancor legittimato per agire in difesa dell’ambiente, anche se contro Trump.

E NON È SOLO il presidente eletto ad avere problemi di popolarità, anche il suo vice Pence deve superare degli scogli: è stato accolto dai fischi al teatro di Broadway dove era andato a vedere Hamilton, popolarissimo musical ispirato alla vita del primo segretario al Tesoro americano Alexander Hamilton e ai Founding Fathers, unico musical ad aver vinto un premio Pulitzer. A sipario chiuso l’attore che interpreta il terzo vice presidente degli Usa, ha letto un comunicato a nome della compagnia rivolto a Pence: «Noi, signore, rappresentiamo quell’America variegata che è allarmata e ansiosa perché teme che la sua nuova amministrazione non proteggerà noi, il nostro pianeta, i nostri figli, i nostri genitori o non ci difenderà e non farà valere i nostri diritti inalienabili. Speriamo veramente che questa rappresentazione le sia fonte di ispirazione per difendere i nostri valori americani e per lavorare per conto di noi tutti».