Sarà Dario Franceschini, dopo i saluti del sindaco Merola, il primo intervento “di peso” della tre giorni dem in programma a Bologna da oggi a domenica. Calcio d’avvio alle 17 e 30 a Palazzo Re Enzo, a fine pomeriggio Nicola Zingaretti farà un primo intervento. Ma da lui si aspettano grandi novità nelle conclusioni di domenica, il lancio del «nuovo Pd». La kermesse si intitola «Tutta un’altra storia» ma ad ora non è chiaro di che storia si tratterà. Nell’evocativa convocazione si parla di femminismo, diseguaglianze, liberazione, ma non si usa mai la parola «sinistra». Ennesima cautela per evitare le accuse di indietrismo di Renzi, ma forse anche un riguardo verso Areadem e Base riformista, di ispirazione post Margherita. Molti i laboratori e i confronti con rappresentanti dell’associazionismo e della cultura, fra i nomi Maurizio Landini, Fabrizio Barca, Ilaria Cucchi, Beppe Sala.

Non sarà un congresso. Un congresso viene invocato dalla minoranza turca di Matteo Orfini che all’assemblea nazionale di domenica, convocata a fine della kermesse, presenterà 5 ordini del giorno sul governo (fra cui approvare lo ius culturae e abrogare i decreti Salvini e i tirocini gratuiti entro 100 giorni). Ispirata dalla stessa minoranza anche una lettera firmata da 300 dirigenti che contesta la «blindatura» del nuovo statuto pronto ad essere approvato. «Sono state fatte decine di assemblee, è solo un tentativo di boicottaggio di chi non vuole cambiare nulla. Orfini è l’ultimo renziano rimasto nel Pd» replicano dal Nazareno.