L’unica certezza è che Tito Boeri sarà sostituito «a breve». Su chi sarà a guidare l’Inps e a gestire il delicato procedimento di Quota 100 invece vige il caos più totale con un totonomi che ogni giorno varia e una lotta fra M5s e Lega che va avanti a colpi di ripicche.
Sabato scadrà ufficialmente il mandato quadriennale di Boeri, nominato da Renzi e passato per alterne fortune nel rapporto con il M5s. Il ricalcolo contributivo delle pensioni dei parlamentari e delle pensioni d’oro fu il picco di massima collaborazione e vicinanza con Di Maio – e di demagogia dello stesso Boeri – poi caduto in disgrazia per le critiche al decreto Dignità.
Al suo posto Di Maio vorrebbe piazzare Pasquale Tridico, fautore delle norme sul Reddito di cittadinanza ma digiuno di conoscenze sul sistema previdenziale. La Lega invece – dopo aver mollato il consulente di Salvini Alberto Brambilla – punta su un cavallo di ritorno: Mauro Nori, ex dg ai tempi della Fornero quando non ebbe remore a denunciare lo scandalo degli esodati. Ora Nori è consigliere del ministro dell’Economia Giovanni Tria ma in quota Lega.
Il terzo nome – fino a ieri in pole position – è quello di Marina Calderone, potentissima presidente dell’ordine dei Consulenti del lavoro e già nel cda di Leonardo. Sarebbe la «terza via» scelta dal presidente del consiglio Giuseppe Conte con cui ha lavorato in una delle sue tantissime consulenze.
Il «borsino» però ieri la dava assai calante sia per «ragioni personali» – da presidente dell’Inps guadagnerebbe molto meno – che per la contrarietà della Lega che ha presentato emendamenti al decretone Reddito-Quota 100 proprio prevedendo incompatibilità fra il ruolo di presidente-commissario dell’Inps e consulenze attuali della stessa Calderone.
Ad oggi quindi non va scartata l’ipotesi che il nuovo commissario-presidente sia un quarto nome. Anche sui tempi della nomina non vi è alcuna certezza. Molti si aspettavano che la nomina fosse all’ordine del giorno del consiglio dei ministri di oggi, mentre al momento non ne fa parte. «Novità non ce ne sono, a breve faremo tutti gli atti dovuti», diceva ieri il sottosegretario leghista al Lavoro Claudio Durigon.
Proprio il decreto Reddito-Quota 100 ha reintrodotto il consiglio di amministrazione per l’Inps e dunque oltre al commissario-presidente il governo dovrebbe nominare anche gli altri quattro componenti del Cda.
In questo quadro, nell’ipotesi di uno slittamento – difficilmente ci sarà una proroga anche temporanea di Boeri – il ruolo dell’attuale direttore generale Gabriella Di Michele potrebbe espandersi. Nominata nell’aprile 2017 dal governo Gentiloni, la Di Michele ha una lunga carriera interna e viene data in avvicinamento alla Lega nella gestione molto oculata dei primi passi di Quota 100. Che sia lei il possibile coniglio che uscirà dal cappello a cilindro delle trattative Lega-M5s?