Questo «speciale» del manifesto lo abbiamo pensato in occasione del «Dantedì», la giornata istituita dal Consiglio dei ministri per celebrare i 700 anni dalla morte di Dante. La data – 25 marzo 1300 – è ritenuta quella dell’inizio del viaggio ultraterreno raccontato nella Commedia.
Il Dante del manifesto non vuole essere il Dante-monumento o il Dante-naftalina, intoccabile e inavvicinabile, che molti celebreranno. Ma neanche il Dante-evento o il Dante-intrattenimento, su cui tanti media già twittano. Un Dante né postmoderno, né esoterico, né asfitticamente accademico. Un Dante da «usare» oggi come fermento per le nostre domande, inquietudini, aspirazioni. Un Dante, per prima cosa, da leggere, studiare, interpretare. Perché senza questo preliminare e fondamentale atto tutto diventa effimero.
«Leggilo e rileggilo, – ci ricordava Vittorio Sermonti – e non sarai mai l’identica persona che lo ha letto la penultima volta; per quanto tu te ne ricordi, la tua stessa memoria ti si svelerà non come un patrimonio acquisito una volta per tutte, ma come uno sterminato e rischiosissimo campo di avventure».

La lettura della poesia dantesca diventa così anche una palestra di educazione linguistica per arricchire e approfondire la nostra capacità comunicativa, un sano anticorpo contro il piattume espressivo privo di pensiero dei tanti cosiddetti social network. Come ha scritto un educatore di frontiera, don Roberto Sardelli, «i veri maestri non sono coloro che rendono facile lo studio, ma coloro che lo rendono difficile». E Dante, da questo punto di vista, è senz’altro un vero maestro di complessità e profondità, di imprevedibilità stilistica e concettuale. Quindi uno «speciale» che susciti la curiosità di leggerne o rileggerne l’opera, che stimoli il lettore a disconnettersi e a trovare il tempo per un corpo a corpo con il testo dantesco, con la «fatica del concetto» che necessariamente comporta la lettura di un grande classico, con l’attenzione alla densità della parola della Commedia, provando per un poco a sottrarsi al rumore di fondo che necessariamente le celebrazioni porteranno con sé. Perché «il grande fiorentino», come lo chiamava Marx nella prefazione al primo libro del Capitale citando un suo verso e che considerava il suo poeta preferito, scrive con la Commedia un’opera-mondo, manifestazione compiuta di quell’aspirazione ad una letteratura mondiale di cui parlava Goethe, una letteratura capace di leggere il mondo nella sua «totalità».

Una «totalità», naturalmente, che va tradotta, interpretata, selezionata. E di cui va indagata anche la ricezione. Perché senza «questa traduzione, il testo non esiste, od è un oggetto, un libro chiuso, un geroglifico muto. La capacità di comprendere è proporzionale alla latitudine della esperienza del lettore, alla sua cultura; perché cultura è insomma anche la possibilità di intendere linguaggi diversi dal proprio particolare e usuale, linguaggi di altri uomini o classi o tempi o nazioni». Così scriveva Franco Fortini nel 1946 sul Politecnico di Vittorini presentando le Rime di Dante curate da Gianfranco Contini; e così dirà nel 1991: «Quando ci si pone la questione se Dante conserva o no il suo mondo per noi dobbiamo chiederci l’inverso: in che misura il nostro mondo può essere, per dir così, dantizzato in qualche modo».

Queste sono le premesse dello «speciale» del manifesto, il quale, partendo dalle pagine insuperabili del grande critico-saggista Francesco De Sanctis e dalle riflessioni carcerarie di Antonio Gramsci sul canto X dell’Inferno, arriva alle donne vive e parlanti della Commedia, alla ricezione del poema dantesco nella Cina contemporanea, agli attraversamenti post-coloniali dello scrittore nigeriano Wole Soyinka, fino agli echi del Paradiso nella poesia di Franco Fortini, al «paesaggio sonoro» della Commedia, alla traduzione didattica nella scuola della parola dantesca. Sono infinite le piste di ricerca, le suggestioni che avremmo potuto accogliere.
Perché infinito è l’oceano dell’opera di Dante, come nel 1933 scriverà il grande poeta sovietico Osip Mandel’štam: «Sono proprie della poesia di Dante tutte le forme di energia note alla scienza moderna. L’unità di luce, suono e materia costituisce la sua natura intrinseca. Leggere Dante è prima di tutto un lavoro interminabile, che a misura dei nostri successi ci allontana dalla meta. Se la prima lettura non dà che un po’ di affanno e sana spossatezza, per quelle successive munitevi d’un paio di indistruttibili scarponi svizzeri ben chiodati».

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SCHEDA/ 1. BIBLIOGRAFIA

Sterminata è la bibliografia dantesca di cui diamo una estrema sintesi di classici e contemporanei:

Ugo Foscolo, Saggi letterari (Utet).
Francesco De Sanctis, Lezioni e saggi su Dante (Einaudi)
Pio Rajna, La materia e la forma
della Divina Commedia (Le Lettere).
Michele Barbi, Problemi di critica dantesca (Sansoni)
Benedetto Croce, La poesia di Dante,
ristampato di recente da Bibliopolis
Antonio Gramsci, Scritti di letteratura (Editori Riuniti)
Thomas S. Eliot, Scritti su Dante (Bompiani)
Osip Mandel’štam, Conversazione su Dante,
ristampato di recente da il melangolo
Erich Auerbach, Studi su Dante (Feltrinelli)
Ezra Pound, Dante (Marsilio)
Charles S. Singleton, Viaggio a Beatrice
(il Mulino)
Edoardo Sanguineti, Il realismo di Dante (Sansoni)
Jorge Luis Borges, Nove saggi danteschi (Adelphi)
Gianfranco Contini, Un’idea di Dante, Einaudi
Olof Lagercrantz, Scrivere come Dio (Marietti)
Patrick Boyde, L’uomo nel cosmo (il Mulino)
Bruno Nardi, Dante e la cultura medievale (Laterza)
Pier Vincenzo Mengaldo, Linguistica e retorica
di Dante (Nistri-Lischi)
Maria Corti, Scritti su Cavalcanti e Dante (Einaudi)
Teodolinda Barolini, La «Commedia» senza Dio (Feltrinelli)
Franco Fortini, La metrica della «Commedia» (Bompiani)
Miguel Asin Palacios, Dante e l’Islam (Luni Editrice)
Eric Salerno, Dante in Cina (il Saggiatore)
Marco Santagata, Le donne di Dante (il Mulino)
Giuseppe Ledda, Il bestiario dell’aldilà.
Gli animali nella Commedia di Dante (Longo Editore)
Massimo Campanini, Dante e l’Islam (Edizioni Studium)
Enrico Malato, Nuovi studi su Dante (Salerno)
Giulio Ferroni, L’Italia di Dante, La nave di Teseo
Filippo La Porta, Come un raggio nell’acqua. Dante e la relazione con l’altro (Salerno)
John Took, Dante, uscirà a maggio per Donzelli
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Tra i commenti della Commedia segnaliamo:
Attilio Momigliano (Sansoni)
Natalino Sapegno (La Nuova Italia)
Umberto Bosco – Giovanni Reggio
(Le Monnier)
Emilio Pasquini – Antonio Quaglio (Garzanti)
Anna Maria Chiavacci Leonardi (Mondadori)
Maria Corti – Bianca Garavelli (Bompiani)
Vittorio Sermonti (Rizzoli)
Saverio Bellomo (Einaudi)
Enrico Malato (Salerno)
Giorgio Inglese (Carocci)

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SCHEDA/ 2. QUALCHE INIZIATIVA

Sono centinaia in Italia e nel mondo le iniziative per il Settecentenario della morte di Dante (1321-2021).
Mostre conferenze, approfondimenti, incontri, presentazioni e materiali da consultare a disposizione.
Per consultarne alcuni: «700dantefirenze.it», la città di Firenze presenta gli eventi secondo un percorso storico, biografico letterario e politico. Il sito «vivadante.it» raccoglie invece luoghi danteschi, mostre e visite virtuali a Ravenna. Il sito «danteverona.it» elenca le iniziative del Centro Scaligero degli Studi Danteschi e della Cultura Internazionale. La Società Dante Alighieri condivide le informazioni su «ladante.it/litaliadidante». Nel sito degli Uffizi una sezione molto ampia è dedicata a visite virtuali mostre e altro: «uffizi.it/mostre-virtuali/dante». Dante&Noi è invece un gruppo di ricerca nell’università e nella scuola, sorto internamente all’Adi, si trova qui: «dantenoi.it». Infine una risorsa articolata e ricchissima di materiali offerta dalla Columbia: «digitaldante.columbia.edu»