Questo è «il momento giusto» per «tentare di avere il salario minimo in Europa» ha detto ieri il commissario europeo all’economia Paolo Gentiloni durante il Brussels Economic Forum on line. «La dimensione sociale è stata fondamentale nella nostra prima reazione» alla crisi, ha spiegato Gentiloni, ricordando l’accordo sullo strumento «Sure» a sostegno degli schemi nazionali per la cassa integrazione. Per questo programma sono stati stanziati in totale 100 miliardi di euro, di cui 27,4 sono andati all’Italia. La sua definizione ha comportato «un grande sforzo: se ne discuteva da 12 anni e abbiamo deciso in due mesi» ha commentato Gentiloni. «Stiamo lavorando, specialmente il mio collega Nicolas Schmit», commissario al Lavoro, lussemburghese e socialista, «sul salario minimo. Sappiamo che non è facile: ci sono difficoltà sia nei Paesi in cui la situazione sociale non è avanzata, sia in quelli in cui il welfare è molto avanzato». In entrambe le categorie «c’è scetticismo» nei confronti di un tentativo di armonizzare le regole sulla materia nell’Ue, ma «penso che questo sia il momento giusto per tentare di avere il salario minimo in Europa».

Un ruolo maggiore dello Stato in Europa è «inevitabile», nelle circostanze attuali, ma anche «desiderabile», per orientare l’economia europea verso la transizione ecologica e quella digitale ha aggiunto Gentiloni parlando di una nuova stagione nel rapporto tra Stato e mercato nel capitalismo neoliberale segnato da una recessione innescata dal virus Covid 19 . «Certamente – ha continuato – un ruolo accresciuto dello Stato è inevitabile: pensate solo alle conseguenze sull’occupazione» della pandemia. «I dati diffusi oggi da Eurostat (Pil dell’Ue: -11,8%; occupazione nell’Ue: –2,9%, ndr) mostrano quanto forte è l’impatto sull’occupazione, malgrado gli sforzi fatti da tutti gli Stati membri e malgrado il programma Sure». Un maggiore ruolo dello Stato «è anche desiderabile, se vogliamo riorientare l’economia europea verso la transizione verde e quella digitale» che sarà praticata anche ricorrendo ai fondi stanziati dal «Recovery fund».

Alla domanda su come sarà ripagato il debito generato» dal Recovery Fund, Gentiloni ha ipotizzato due scenari. il primo: «Chiederemo agli Stati membri di ripagarlo attraverso il loro reddito nazionale lordo?». Il secondo: «O lo ripagheremo attraverso le risorse proprie Ue e la tassazione digitale e verde». «Credo – ha risposto – che il primo scenario sia un fallimento, mentre il secondo è lo scenario di successo, e lavoriamo intensamente per questo secondo scenario. Qunado, entro gennaio 2021, saranno presentati i piani nazionali «per la ripresa e la resilienza» l’impegno della Commissione sarà di raggiungere «l’obiettivo della transizione ecologica fissato su una soglia del 37% di ogni piano. È una soglia molto alta. E dobbiamo facilitare gli investimenti pubblici». «Discuteremo con gli Stati membri i piani» di riforma per attingere al Recovery Fund e «sarà un dialogo, al termine del quale proporremo al Consiglio europeo l’approvazione di questi piani».

«I piani nazionali dovrebbero mirare ad aumentare la crescita della produttività con investimenti, infrastrutture, capitale umano e riforme per facilitare un cambiamento strutturale» ha detto il vicepresidente della Commissione Dombrovskis. «L’Ue monitorerà che il denaro sia speso in linea con le raccomandazioni e le priorità Ue. Anche perché non si tratta solo di un pacchetto di stimolo – ha detto il presidente del Consiglio Ue Michel – Non abbiamo soldi magici, quindi ogni singolo euro deve essere utilizzato in modo efficace».