Ciudadanos (C’s), che da formazione marginale della politica catalana, sbarca in parlamento con 40 seggi. Risultato positivo (salutato dai militanti al grido programmatico di «España unida jamás será vencida») ma al di sotto delle aspettative create sondaggi, che a due settimane dal voto davano la formazione di Albert Rivera al secondo posto. Ciudadanos perde la battaglia con Podemos per assumere il comando della nuova politica e deve accontentarsi del quarto posto.

«Nessuno più di noi saprà pensare al bene della Spagna», ha dichiarato il leader di C’s Albert Rivera, riferendosi implicitamente al centralismo e all’impegno per l’unità nazionale che contraddistinguono il programma degli arancioni. «Altre formazioni- ha continuato, alludendo a Podemos – devono il loro successo ad alleanze con piattaforme indipendentiste».

Parte dell’entusiasmo preelettorale nei confronti di C’s è venuto meno dopo la polemica per la proposta di eliminazione dell’aggravante di genere nei reati di violenza sulle donne; un punto del programma molto criticato da tutte le forze progressiste, che ha messo in cattiva luce il partito anche agli occhi dell’elettorato più conservatore in un punto cruciale della campagna. Non ha aiutato nemmeno la titubanza di Rivera in merito ad un possibile accordo per facilitare un governo del Pp (ipotesi poi confermata), che potrebbe aver scoraggiato i progressisti, strappati al Psoe ma poi rientrati tra le fila socialiste.

Deludente, pure in questo caso contro i pronostici, anche il voto in Catalogna, regione strategica nel progetto politico di Rivera, in cui il partito rappresenta l’alternativa di destra più solida al voto nazionalista. Nelle regionali catalane dello scorso settembre C’s aveva raggiunto il 18% (e quasi tanti deputati quanti quelli del Pp e del Psoe insieme): un risultato storico, precipitato però fino al 13% di domenica.

Il partito, grazie ai 40 seggi ottenuti, avrà un’influenza determinante nell’insediamento del governo. Ma i numeri lo costringono ad alleanza complicate lo per avviare la maggior parte delle riforme contenute nel programma, che richiedono più consensi di quanti matematicamente non ne possa dare l’intesa con l’alleato naturale del Pp.