Una bella casa, una mamma che finisce di vestire il figlio in età da elementari: è il primo giorno di scuola. Nel video la vediamo abbottonargli la camicia mentre la colonna sonora, una ballata in stile Woody Guthrie, parla di bimbi obbedienti che si preparano per la scuola. La mamma superprotettiva allaccia anche le scarpe, mentre compare sullo schermo una bandierina americana cucita sul giubbotto. “I politici dicono che rendono il nostro paese è libero e sicuro” continua la canzone, mentre la mamma sorridente scatta una foto con il cellulare.

LA FOTO-CHOC la vedete in questa stessa pagina: lo scolaro modello con un elmetto e il giubbotto antiproiettile, insieme alla lavagnetta “Primo giorno di scuola”. Poi compare la scritta “I nostri bambini non sono soldati” e la firma del gruppo che ha creato il video: Mamme contro Greg Abbott, che è il governatore del Texas, un repubblicano fanatico difensore delle armi da fuoco, nonostante le stragi nelle scuole che si ripetono al ritmo di una ogni dieci giorni. Fino a ieri il video era stato visto oltre 712.000 volte su YouTube.

Il video è realistico: due mesi fa, il 24 maggio scorso, il diciottenne Salvador Ramos entrò nella scuola elementare Robb di Uvalde, una tranquilla cittadina texana di 15.000 abitanti e si mise a sparare sugli studenti e gli insegnanti. Dopo tre minuti la polizia locale era già sul posto. Dopo 15 minuti cominciarono ad arrivare la polizia di stato, agenti dell’Antidroga e dell’Fbi. In totale accerchiavano la scuola 376 poliziotti, esattamente il doppio dei difensori di Fort Alamo nel 1836 contro le migliaia di messicani del generale Santa Ana.

I 376 poliziotti in tenuta di guerra accerchiavano la scuola ma non entravano, mentre Ramos andava di aula in aula e sparava con le sue mitragliette. Ci volle un’ora e un quarto prima che una pattuglia della polizia di frontiera entrasse nella scuola e neutralizzasse il killer. Nel frattempo 19 bambini e due insegnanti erano stati uccisi.

IL VIDEO delle Mamme non è quindi un’esagerazione in campagna elettorale (a novembre in Texas si vota e il gruppo sostiene l’avversario di Abbott, il democratico Beto O’Rourke): negli Stati Uniti del 2022 mandare i figli a scuola rappresenta un rischio perché né il tempestivo intervento della polizia né le misure di sicurezza prese dagli istituti riescono a evitare, men che meno prevenire, nuove stragi. Fra il primo gennaio 2019 e il 31 luglio 2022 si sono avuti 135 incidenti con armi da fuoco nelle scuole, non tutti sanguinosi come quello di Uvalde ma abbastanza gravi da essere registrati. Nel 2018 a Santa Fe, sempre in Texas, otto studenti e due insegnanti furono uccisi in una scuola superiore da un diciassettenne che era stato bocciato.

Fiumi di inchiostro sono stati usati per cercare di capire come sia possibile che un paese normale proibisca ai ventenni di farsi una birra ma permetta ai diciottenni di comprare un Kalashnikov. Il dibattito è troppo noto, e troppo deprimente, per essere riassunto qui: basterà ricordare che il possesso di armi senza limiti è da 45 anni un pilastro delle guerre culturali scatenate dai repubblicani, ovviamente con il lucroso sostegno della lobby delle armi. Il punto fermo, per ora, è una sentenza della Corte suprema del 2010 (scritta dall’italoamericano Anthony Scalia, ora nel settimo girone dell’inferno) che permetteva il possesso individuale e sostanzialmente illimitato di armi da fuoco grazie a una rilettura faziosa e sciagurata del II emendamento della Costituzione.

OGGI GLI AMERICANI possiedono più armi di qualsiasi altro paese del mondo e continuano a comprarne. Per la precisione, ci sono 120,5 armi da fuoco ogni 100 residenti: si tratta dell’unico unico stato dove il numero di armi da fuoco di proprietà dei privati cittadini sia superiore a quello degli abitanti. Nella classifica, il secondo paese è lo Yemen, dove ce ne sono meno della metà: 53 ogni 100 abitanti (però c’è una guerra civile in corso).

Contando gli omicidi e i suicidi compiuti con armi da fuoco, tra il 1968 e il 2017 ci sono state un milione e mezzo di vittime, un numero superiore a quello di tutti i soldati nelle guerre combattute dagli Stati Uniti a partire dalla guerra d’indipendenza del 1775 e fino ad oggi. Ed è a questo punto che il pragmatismo americano, alleato con lo spirito commerciale, entra in azione.

SE ANDARE a scuola è un rischio, occorre essere preparati, quindi la Diamond Armor USA ha messo sul mercato gli zainetti a prova di proiettile. Offerta speciale per la riapertura delle scuole: il modello Youth Bulletproof Backpack a soli $179,99 invece che $219,99. Se volete un modello più costoso la ditta vi propone lo Sport Bulletproof Backpack ($249,99) oppure il Premier Bulletproof Backpack per soli $289,99.

Il sito della Diamond ha anche degli opportuni schizzi per mostrare ai bambini come usare il proprio zainetto in caso di necessità; sono tre le posizioni fondamentali: in piedi, tenendo lo zaino come uno scudo davanti a sé, rannicchiati a terra dietro lo zaino oppure con il prezioso oggetto sulle spalle mentre si corre via.

ESPLORARE il sito della Diamond mi ha preso parecchio tempo: ero certo che fosse una parodia. Qualche mago della satira, della scuola di The Onion o di quella di Saturday Night Live aveva sicuramente realizzato una finta esposizione di oggetti assurdi per far capire ai lettori quali fossero le conseguenze logiche della legislazione sulle armi negli Stati Uniti.

E invece no. Era tutto vero. La Diamond Back sta a Coral Springs, in Florida, ha un sito web, è presente su Facebook e Twitter, potete contattarla scrivendo a support@diamondbackarmor.com. Sul sito ci sono anche slogan che qualunque democratico sottoscriverebbe, come “Protect Our Kids From Firearm Tragedies”. Solo che la protezione non deve essere affidata a un complesso di norme per evitare che gli psicopatici o gli studenti bocciati comprino armi da guerra al supermercato: no, la sicurezza dei pargoli si compra on line, con lo zainetto apposito, l’elmetto della taglia giusta e, se la carta di credito lo consente, anche la canottiera a prova di pallottole.

NON SI TRATTA neppure un singolo produttore, un audace imprenditore che ha deciso di sfruttare appieno la pazzia di questo paese: al contrario, basta una breve ricerca su Google per trovare decine di aziende del ramo, da Amsterdam a Nuova Delhi, in India, tutte presenti on line sul mercato americano. La Indian Armor, per esempio, offre una “coperta antibomba” disponibile in rosso, blu o nero e in cinque misure differenti: da quella 1 metro per 1 metro, adattissima ai bambini, a quella 2 metri per 4, ideale per tutta la famiglia.