Il paese che diceva di amare ha appreso la notizia a metà mattinata. Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio per 3.339 giorni tra il 1994 e il 2011, leader di Forza Italia e fondatore della Fininvest, è morto all’età di 86 anni alle 9.30 all’ospedale San Raffaele di Milano, dove era ricoverato da venerdì per «accertamenti programmati» legati alla leucemia mielomonocitica cronica di cui soffriva da tempo.

LE CONDIZIONI dell’ex premier sono peggiorate nella notte tra domenica e lunedì, per poi precipitare in mattinata. Così non è rimasto altro da fare che avvisare i figli, che ci hanno messo poco per arrivare al capezzale del padre morente. Ad attenderli, in ospedale, c’era la non moglie Marta Fascina, che con Berlusconi ha affrontato sia questo ricovero sia quello precedente, durato 45 giorni tra aprile e maggio.

Il medico personale di Berlusconi, Alberto Zangrillo, è arrivato al San Raffaele alle 4 di notte, convocato d’urgenza a causa dell’insorgere di «un evento acuto». Due ore più tardi era già chiaro a tutti che questa volta la ripresa non sarebbe arrivata: le condizioni del leader di Forza Italia erano compromesse, benché la polmonite fosse ormai completamente guarita e l’insufficienza renale – che molte preoccupazioni aveva destato nelle passate settimane – fosse sotto controllo. Alla fine a risultare fatale è stata la leucemia.

La redazione consiglia:
Silvio Berlusconi, ultimo atto

LA SALMA È STATA PORTATA a Villa San Martino nel primo pomeriggio e lì è stata organizzata la camera ardente, in forma strettamente privata, prima dei funerali di Stato previsti per mercoledì alle 15 in Duomo, a Milano. Palazzo Chigi ha anche disposto per l’occasione una giornata di lutto nazionale.

Inizialmente si era pensato di allestire la camera ardente negli studi di Mediaset, ma l’ipotesi è stata accantonata nel giro di poche ore, dopo un sopralluogo dei carabinieri che hanno bocciato la location per motivi di ordine pubblico.

«BERLUSCONI è stato un grande leader politico che ha segnato la storia della nostra repubblica, incidendo su paradigmi, usi e linguaggi», ha detto il presidente Sergio Mattarella in una lunga nota di cordoglio. «La leadership di Berlusconi ha contribuito a plasmare una nuova geografia della politica italiana. Ha progressivamente integrato il movimento politico da lui fondato nella famiglia popolare europea, favorendo continuità nell’indirizzo atlantico ed europeista della nostra Repubblica».

Sergio Mattarella
Berlusconi è stato un grande leader politico che ha segnato la storia della nostra repubblica, incidendo su paradigmi, usi e linguaggi

Dal Vaticano è arrivata la voce di papa Francesco attraverso un telegramma di condoglianze inviato alla famiglia in cui ha espresso «sentita partecipazione al lutto per la perdita di un protagonista della vita politica italiana, che ha ricoperto pubbliche responsabilità con tempra energica».

La premier Giorgia Meloni, dopo aver annullato tutti gli impegni istituzionali che aveva in agenda, è intervenuta con un videomessaggio diffuso sui suoi social. Spicca la mise azzurra, a richiamare il colore che Forza Italia attribuiva alla libertà. «Era soprattutto un combattente – questa la versione di Meloni -, era un uomo che non aveva mai avuto paura di difendere le sue convinzioni. E sono stati esattamente quel coraggio e quella determinaziione a farne uno degli uomini più influenti della storia d’Italia. Con lui abbiamo combattuto, vinto, perso molte battaglie. E anche per lui porteremo a casa gli obiettivi che, insieme, ci eravamo dati. Addio Silvio».

Matteo Salvini, dopo i post con gli auguri di pronta guarigione dei giorni scorsi, pure si è espresso tramite un video: «L’Italia perde un grande uomo e io perdo un amico. Senza Silvio nulla sarà più come prima, dovremo lavorare ancora di più e ancora meglio, ma non sarà facile senza la sua precisione, la sua capacità di vedere e prevedere. E non sarà per niente facile, al di là della retorica».

Mentre Berlusconi moriva, l’ormai erede Antonio Tajani si trovava in visita negli Stati Uniti e ha commentato l’evento durante una conferenza stampa con il segretario americano Antony Blinken. «Che io sia proprio qui è un segno del destino – ha detto -, perché per lui gli Stati Uniti erano il più importante alleato».

Sullo sfondo resta aperta la questione del futuro di Forza Italia, il partito che Berlusconi ha creato e plasmato a sua immagine e somiglianza e che senza di lui non si sa bene quale futuro potrà avere.

DALL’ESTERO, infine, sono arrivate dichiarazioni e messaggi delle principali personalità del panorama politico internazionale degli ultimi trent’anni. Vladimir Putin l’ha ricordato come «una persona cara e un caro amico». E da Kiev il ministro dell’Interno Anton Gerashchenko si è domandato appunto se il presidente russo «oserà dare di persona il suo addio e andare al funerale».