Comunarie sì, comunarie no. Se ne parla da mesi nel meet-up di Palermo, nonostante l’indagine della Procura sul caso delle presunte firme false per le comunali di quattro anni fa. Mentre i pm stanno ascoltando testimoni e persone informate dei fatti e potrebbero chiudere a breve l’indagine, tra gli attivisti c’è attesa per capire cosa decideranno i vertici del movimento.

Grillo ha deciso di aspettare l’esito dell’inchiesta, solo dopo il capo politico stabilirà se fare le comunarie, predisporre la lista senza passare dal web o non presentarsi affatto alle elezioni della prossima primavera. Sulla questione il movimento a Palermo è spaccato, tra chi vuol annullare le comunarie e chi invece preme per farle.

A spingere per mandarle in soffitta ci sarebbe il gruppo che fa capo ai deputati nazionali eletti a Palermo, proprio quelli che rischiano di essere trascinati nell’inchiesta sulle firme e che hanno negato la falsificazione nelle querele contro chi li ha accusati. Erano stati proprio loro, a luglio, a convincere Grillo a fare le comunarie, mentre la maggioranza del meet-up stava già lavorando alla composizione della lista e al programma.

Ora, in questo clima, i ruoli si sono invertiti. Gli attivisti che ruotano attorno ai deputati regionali M5S, eletti a Palermo, pressano perché la consultazione on line si faccia. Sulla stessa linea è il terzo gruppo, quello di cui fanno parte attivisti di ritorno e che ambisce a prendersi in mano la guida del meet-up.

La scelta definitiva si conoscerà solo dopo la conclusione dell’indagine della Procura. Tra i 120 candidati a far parte della lista ci sarebbero anche alcuni degli attivisti che potrebbero ricevere gli avvisi di garanzia qualora la Procura decidesse di andare avanti nell’inchiesta. Una di questi è Samantha Busalacchi, espressione del gruppo del deputato Riccardo Nuti: di lei si parlava come possibile candidato sindaco, ipotesi ormai tramontata. Gli indagati saranno estromessi dall’elenco dei candidabili.

Chi aveva lavorato alla lista e ora spinge per le comunarie non sottovaluta l’ipotesi che il voto on line possa essere pilotato da chi negli ultimi mesi ha lavorato con l’obiettivo di scalare il movimento. Tra i più temuti è Igor Gelarda, esponente del sindacato di polizia Consap e con posizioni politiche ritenute troppo di destra. Attorno a lui ci sono alcuni attivisti che all’indomani delle comunali del 2012 si erano allontanati dal movimento ma di recente si sono riavvicinati come Vincenzo Pintagro, il grande accusatore che con le sue dichiarazioni ha fatto esplodere il caso delle firme.