Ieri mattina la Guardia di finanza si è presentata negli uffici di presidenza della regione Campania in cerca dell’elenco dei sindaci che parteciparono all’incontro del 15 novembre con Vincenzo De Luca: il governatore invitò 300 amministratori a raccogliere voti per il Sì al referendum «facendo la clientela come Dio comanda». L’ipotesi di reato è istigazione al voto di scambio. Il blitz è arrivato nel mezzo delle polemiche per il maxiemendamento al Bilancio di previsione regionale, in votazione oggi. Due gli articoli contestati. Il 4 stabilisce che la riduzione del 20% delle indennità non si applica ai direttori generali, amministrativi e sanitari delle Asl: un settore caro a de Luca, che ha ottenuto dal governo Renzi la norma che gli consentirà diventare commissario alla Sanità campana.

Nell’articolo 5 si definiscono le regole per le pensioni dei consiglieri regionali. La legge regionale del 2012 imponeva da questa consiliatura la cancellazione dei vitalizi: con il voto di oggi potrebbero essere sostituiti dalla pensione contributiva, estesa agli assessori. L’ente si è difeso spiegando che si tratta di disposizioni presenti anche in altre regioni, comunque assessori e consiglieri avranno un assegno con una quota di imponibile a carico del pubblico molto favorevole; potranno andare in pensione a 65 anni con 4 anni, 6 mesi e un giorno di consiliatura (60 anni dal secondo mandato); l’assegno sarà agganciato all’inflazione al 100%; nessun divieto di cumulo con altri vitalizi.

La norma è frutto di un accordo tra la maggioranza a guida Pd e l’opposizione, anche se ieri Fi ha provato a smarcarsi. Unici contrari i 5S: «Il Pd cerca di introdurre vere pensioni per i consiglieri regionali in Campania: 2.500 euro, di cui 1.800 a carico del pubblico – ha scritto su facebook Luigi Di Maio -. Farà pesare sulle casse pubbliche 5 milioni in questa legislatura». In serata il governatore ha incontrato il presidente della commissione Bilancio, Francesco Picarone, per decidere la linea da tenere oggi. Il consigliere Pd Antonio Marciano ha chiesto il ritiro del provvedimento.

Soldi per le pensioni ma nessuna iniziativa per i licenziati. Il dem Gianluca Daniele, area Sinistra riformista, si è visto infatti sfilare via dal maxiemendamento un pacchetto di proposte a sua firma, tra cui il supporto all’inserimento lavorativo: «In virtù del fallimento delle politiche sul lavoro, trovare una forma di sostegno al reddito deve essere una priorità: dal primo gennaio sparirà la mobilità per i lavoratori colpiti da licenziamento collettivo. Nella legge di Stabilità regionale non c’è una sola misura che tenga conto del problema con oltre 600 vertenze aperte».