Domani la legge di Bilancio arriverà in parlamento facendo entrare nel vivo una sessione di bilancio – quest’anno dal Senato – in cui tutte le forze politiche della composita maggioranza che sostiene il governo Draghi tenteranno di modificarla secondo le loro priorità.
I 500 milioni già messi a disposizione dal governo per il costo degli emendamenti produrrà il solito elenco di micro interventi, senza modificare l’essenza di una manovra blindata – altro che «assolto alla diligenza» – soprattutto sul tema pensioni.
Ieri la Cgil è tornata all’attacco chiedendo di anticipare «il dialogo» promesso da Draghi già al periodo della discussione in parlamento. Nei tempi dell’iter – almeno un mese – si può lavorate ad «una possibile soluzione incentrata sulla flessibilità in uscita e sull’attenzione a giovani, donne, disoccupati e lavori gravosi». Il rinvio al prossimo anno «sarebbe una beffa inaccettabile – dichiara il segretario confederale Roberto Ghiselli – , ragione in più per intensificare la mobilitazione sindacale che abbiamo già deciso. È inaccettabile – prosegue – che si distorca così tanto la realtà sino a sostenere, come attribuito all’onorevole Durigon, che “la Fornero l’abbiamo messa in soffitta” o come sostenuto dal ministro del lavoro nell’ultimo incontro con i sindacati che con l’estensione dell’Ape sociale a nuove categorie di gravosi, fra l’altro per un solo anno, con poche risorse e senza includere i Precoci, sarebbe il superamento della legge Fornero. Purtroppo quella norma – avverte Ghiselli – invece è rimasta tale e quale e la delicatezza del tema trattato, che riguarda i progetti di vita delle persone, imporrebbe un maggior rigore intellettuale. Se nella prospettiva di un sistema contributivo si volesse veramente lavorare per un diverso sistema previdenziale c’è solo un modo per farlo: dopo aver perso tempo prezioso, si avvii al più presto il confronto con le organizzazioni sindacali», conclude Ghiselli.
Draghi in conferenza stampa aveva parlato di «prossime settimane» ma era chiaro intendesse nel 2022, a legge di Bilancio approvata. Possibile però che le mobilitazioni dei sindacati si portino dietro la pressione almeno delle forze di maggioranza a loro più vicine: Leu e Pd. Il responsabile economia del Pd Antonio Misiani parla di Quota 102 come di una soluzione «ponte», che non risolve la questione della Fornero, che va cambiata «nella direzione dell’equità e della flessibilità sostenibile». Anche lui però si limita a considerare la modifica come «questione da discutere con sindacati e imprese», senza tempi stringenti.
Ieri intanto scadeva il termine per la presentazione delle domande per usufruire dell’esonero – fino a 3 mila euro – sui versamenti previdenzia del 2021 per professionisti che hanno avuto un calo di entrate di un terzo nel 2020 rispetto al 2019. Le Casse previdenziali hanno ricevuto 92mila domande, in testa largamente gli avvocati con circa 25mila domande. Si attendevano molte più domande: il miliardo stanziato dalla scorsa legge di bilancio sarà in gran parte risparmiato e messo a ripianare il bilancio o usato per altre misure non previdenziali. Un grande classico, ormai, nella politica italiana, a partire da Quota 100.