Secondo tavolo governo-sindacati sulle pensioni. Questa volta si parlava degli assegni in essere. Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto di aumentare platee e importi delle quattordicesime, tornare all’indicizzazione piena delle pensioni rispetto all’inflazione almeno per gli assegni fino a sette volte il minimo (circa 3.600 euro lordi al mese), ridurre la pressione fiscale sugli assegni. I sindacati hanno chiesto al governo di chiarire a breve quali sono le disponibilità economiche per la prossima legge di Bilancio e per quelle che seguiranno. Al momento dal governo si sono limitati ad ascoltare ma nei prossimi incontri – ha riferito il numero uno della Uil, Carmelo Barbagallo – dovrebbero presentare le stime sui costi delle proposte sindacali così da far partire il confronto vero e proprio.
Il segretario generale dello Spi Cgil Ivan Pedretti ha ribadito la richiesta di aumento della platea della cosiddetta Quattordicesima (la mensilità aggiuntiva per chi ha almeno 64 anni e pensioni inferiori a due volte il minimo, quindi circa 1.030 euro al mese) alzando l’asticella fissata per ottenerla. Chiede inoltre che aumentino gli importi, adesso fissati tra 336 e 655 euro a seconda degli anni di contribuzione e dei trattamenti percepiti. Resta fondamentale il tema fiscale con la richiesta di aumentare le detrazioni per i pensionati e di tenere conto degli incapienti che le detrazioni non possono utilizzare. Ma soprattutto i sindacati chiedono una rivalutazione piena delle pensioni andando oltre il ripristino della legge 388/2000 (che ha meccanismi di indicizzazione più favorevoli degli attuali ma comunque non pieni che dovrebbero tornare in vita dal 2022). «Noi pensiamo – ha detto il segretario confederale della Cisl Ignazio Ganga – si possa anticipare la data al 2021 per il ripristino della 388 ma anche che si possa migliorare». Il congelamento di quel meccanismo per il 2019-21 ad opera del Governo Conte 1 ha portato – hanno spiegato i sindacati – 3,6 miliardi lordi di risparmi (2,2 miliardi netti).
In arrivo entro il mese di febbraio anche l’istituzione di uno specifico tavolo che vedrà insieme sia il Ministero del Lavoro che quello della Sanità per la definizione di una legge quadro nazionale sulla non autosufficienza.
«Quelle che abbiamo messo sul tavolo – ha dichiarato il Segretario generale dello Spi-Cgil Ivan Pedretti – sono proposte serie e di buon senso per rispondere ai bisogni di milioni di pensionati che sono stati a lungo inascoltati. Ci prendiamo il tempo necessario per far lavorare bene questo tavolo – ha continuato Pedretti – ma è del tutto evidente che servono dei risultati o la disillusione sarà molto alta, come avvenuto con l’ultima legge di bilancio».