Chiesto da Cgil, Cisl e Uil un mese fa, l’incontro con il presidente del consiglio Paolo Gentiloni si farà nel giorno dei morti. Il 2 novembre alle 16 Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo ritorneranno a palazzo Chigi, dove non sono più di casa da quando Matteo Renzi ha rottamato la concertazione. L’oggetto dell’incontro sarà certamente l’innalzamento dell’età pensionabile. La richiesta dei sindacati – fin dal congresso Cisl di luglio dove fu Susanna Camusso a proporlo – è il congelamento dello scatto che martedì l’Istat ha certificato in 5 mesi e che porterà gli italiani in pensione a 67 anni dal primo gennaio 2019.
Il 16 ottobre all’atto dell’approvazione della legge di bilancio in consiglio dei ministri, Gentiloni fu tranchant: «C’è una legge in vigore e la rispetteremo».
Nel frattempo però la campagna elettorale è già iniziata e il Pd non vuole passare per l’unico partito ad essere favorevole ai 67 anni. Ecco dunque che nuovamente il presidente del consiglio è costretto ad inchinarsi davanti ai voleri del suo partito. Il problema però è convincere Pier Carlo Padoan: il ministro dell’Economia (e la Ragioneria generale dello Stato) vedono qualsiasi modifica alla legge Fornero come fumo negli occhi e chiedono che ogni intervento sia almeno provvisto di copertura economica: cancellare l’aumento per il solo 2018 costerebbe 1,5 miliardi e così per ogni anno a venire; mentre soluzioni più soft – prevede il blocco . E i soldi per le pensioni in manovra non sono previsti.
Gentiloni è quindi chiamato ad un vero equilibrismo: accontentare il Pd senza creare buchi di bilancio. L’unica strada – altro che «sentiero stretto» – è lasciare la palla al parlamento. Lì una maggioranza c’è già e da Cesare Damiano a Maurizio Sacconi l’idea è quella di proporre un congelamento della norma fino a giugno, lasciando al prossimo parlamento – e al prossimo governo – il come intervenire. I sindacati sono abbastanza concordi sul come: aprire una trattativa per studiare quali categorie di lavoratori dovrebbero essere esentati dall’adeguamento dell’aspettativa di vita. A partire dai lavori cosidetti gravosi già elencati per approdare nell’Ape social: edili, maestre d’asilo. Ma per Padoan anche il congelamento o un atto di indirizzo del parlamento devono indicare la copertura finanziaria corrispondente. Un altro rebus per il povero Gentiloni.
Intanto ieri l’Inps ha reso noti gli ultimi dati. I pensionati sfiorano i 16,1 milioni, il 39,1 per cento di  questi – pari a quasi 6,3 milioni – hanno assegni sotto i mille euro al mese.