Senza alcun riferimento allo sciopero generale di giovedì, il dialogo governo-sindacati è ripreso ieri con una piccola pietra miliare. Il presidente del consiglio Mario Draghi ha annunciato a Cgil, Cisl e Uil l’apertura della trattativa per modificare la legge Fornero sulle pensioni. A gennaio saranno convocati tre tavoli distinti per argomento: il primo sulla «flessibilità e meccanismi di calcolo», il secondo su «giovani e donne», l’ultimo sulla «previdenza complementare».

Sul metodo il cambio di passo è evidente. Incalzato da Maurizio Landini che vuole evitare il ripetersi di quanto accaduto sul fisco con l’accordo di maggioranza blindato, Draghi ha rassicurato: «Il confronto è promosso dal governo» e con i sindacati si cercheranno punti di incontro per arrivare a un accordo da trasformare in legge.

SUL MERITO INVECE la posizione del governo pare essere molto distante dalla piattaforma unitaria di Cgil, Cisl e Uil. Se i sindacati propongono un’uscita da 62 anni senza penalizzazioni, Draghi ha ribadito «l’ambito contributivo, ognuno prende quanto ha versato», «possiamo lavorare su qualsiasi modifica purché non sia messa a repentaglio la sostenibilità delle pensioni nel medio e lungo periodo e all’interno del contesto europeo», ha detto Draghi.

Parole che hanno confermato le paure della vigilia: difficile che il governo si discosti dal proporre un ricalcolo completamente contributivo dell’assegno, proposta che porterebbe a un taglio per chi lascerà il lavoro in questi anni vicino al 30% stimato sabato dalla Cgil.

«Avvieremo subito un programma operativo», ha spiegato il presidente del Consiglio. Dal punto di vista tecnico, i ministri Franco, Brunetta e Orlando, presenti all’incontro – si occuperanno del coordinamento politico, il sottosegretario Roberto Garofoli e il capo del Dipe Marco Leonardi – padre del Jobs act – della parte tecnica.

La riunione pomeridiana a palazzo Chigi è durata meno di tre quarti d’ora. All’uscita i sindacati hanno espresso il loro apprezzamento.

«OGGI SIAMO DI FRONTE ad una dichiarazione ufficiale sulla disponibilità del governo a fare una discussione sulla riforma della legge Fornero. Cosa mai avvenuta prima in questi 10 anni», sottolinea Maurizio Landini all’uscita, auspicando che ci sia un confronto «vero, e non come avvenuto sul fisco». «Non ci interessa discutere di qualche aggiustamento, ci interessa fare una riforma che corregga tutte le distorsioni, gli errori, i limiti, le disuguaglianze della riforma Fornero – rimarca Landini – . Il sistema contributivo deve essere un sistema che contiene al suo interno anche elementi di solidarietà: da qui la questione della pensione di garanzia per i giovani e tutti quelli che hanno attività discontinue».

ANCOR PIÙ POSITIVO il giudizio di Luigi Sbarra della Cisl: «È stato un incontro importante, il governo ha accolto la nostra impostazione per negoziare una riforma complessiva e strutturale. Abbiamo riaffermato il principio che il tema pensioni non può essere solo un costo economico ma un tema di sostenibilità sociale».

«Un appuntamento importante. Si è deciso di aprire finalmente il cantiere per discutere della riforma della legge Fornero. Abbiamo concordato il metodo», commenta Pierpaolo Bombarideri della Uil.
Il più contento tra i ministri è sicuramente Andrea Orlando del Pd: «Con i sindacati abbiamo avuto un confronto costruttivo sulla riforma delle pensioni. È l’inizio di un percorso attraverso il dialogo che continua, come ho sempre auspicato, e che può contribuire a far fare passi avanti per i diritti di lavoratrici e lavoratori».