Sottoscrivere un testo di legge senza capirne il contenuto. È il grave errore fatto dal capogruppo Riccardo Molinari per cui la Lega tutta sta pagando le conseguenze: accettare il testo del M5s inviso a gran parte dei suoi elettori – commercianti, lavoratori autonomi e anche operai del Nord andati in pensione di anzianità col metodo retributivo. Smentendo il tecnico di riferimento della Lega Alberto Brambilla, ex sottosegretario con Berlusconi – dal 2001 al 2005 e dunque coautore del famoso «scalone Maroni» -, che vorrebbe invece un contributo di solidarietà a partire dagli assegni di 1.500 euro netti.

DOPO SETTIMANE DI TENSIONE si va verso un accordo nella maggioranza giallo-verde. L’ormai famigerato Atto Camera 1071 «Disposizioni per favorire l’equità del sistema previdenziale attraverso il ricalcolo, secondo il metodo contributivo, dei trattamenti pensionistici superiori a 4.000 euro mensili» presentato lo scorso 6 agosto e con «testo non ancora disponibile» sul sito camera.it punta a tagliare le cosiddette pensioni d’oro per aumentare quelle minime e sociali, obiettivo 780 euro (uguale al reddito di cittadinanza).

LA LEGA PERÒ SI È ACCORTA tardi che il «ricalcolo contributivo» degli assegni avviene con un coefficiente che sfavorisce chi è andato in pensione prima. In realtà proprio ricalcolo (e metodo) contributivo utilizzati dal provvedimento hanno come conseguenza che chi è andato in pensione prima sia danneggiato in quanto ha versato meno contributi. Mentre le vere categorie danneggiate da un provvedimento siffato sono le donne – che per legge andavano in pensione almeno 5 anni prima – e chi ha lasciato il lavoro a seguito di crisi aziendali con scivoli o accordi.

Pasquale Tridico con Di Maio

L’IDEATORE DEL TESTO, sebbene «frutto di un lavoro collettivo», è il professor Pasquale Tridico, docente di politica economica alla Università Roma Tre e ministro del Welfare in pectore dello svanito governo M5s. L’alleanza con la Lega l’aveva visto molto critico, ma Di Maio lo mantiene come uno dei suoi più stretti consiglieri, già autore del decreto Dignità nel testo originario.

CHE RIVENDICA LA «GIUSTEZZA del provvedimento»: «Visto che ricostruire la storia contributiva di tutti i pensionati era impossibile, abbiamo applicato un ricalcolo contributivo tramite la fissazione di un coefficiente rispetto all’età di uscita usando le tabelle preparate dall’Inps di Tito Boeri», spiega Tridico, citando il presidente inviso a Lega e M5s, specie dopo le stime sui licenziamenti che sarebbero scaturiti dal decreto Dignità. Una citazione che presto potrebbe diventare una sostituzione: Tridico viene accreditato come successore di Boeri all’Inps alla scadenza del prossimo febbraio, avendo sorpassato proprio la candidatura del leghista Brambilla.

IL PARTITO DI SALVINI INFATTI ha dovuto disconoscere i rapporti con il «tecnico d’area senza alcun ruolo interno alla Lega, tanto meno al governo», dimenticandosi di altre proposte di legge avanzate da parlamentari leghisti – e sottoscritte dallo stesso Molinari – che usano il contributo di solidarietà di Brambilla. E con l’economista e parlamentare Claudio Borghi che ha mediato sulla proposta M5s proponendo come cambiamento «l’innalzamento della soglila da 4 a 5mila euro al mese, come previsto nel contratto di governo».
Il problema è però che questo aumento limiterebbe i risparmi per l’erario tra i 115 e i 200 milioni di euro, secondo le prime stime della società di ricerca Tabula dell’ex consigliere dei governi Pd Stefano Patriarca, non sempre precisissime, che sostengono come le pensioni coinvolte calerebbero da 110mila a sole 27mila. Una cifra troppo bassa per il M5s sebbene anche il primo firmatario del progetto di legge Francesco D’Uva parli di «piena sintonia con la Lega».

IL CAPITOLO PENSIONI PERÒ riguarderà anche la manovra. E qui sia il M5s che la Lega puntano ad introdurre da subito la famosa Quota 100: la possibilità di andare in pensione quando la somma di età anagrafica e contributi raggiunge 100. I primi calcoli del sottosegretario leghista al Lavoro Claudio Durigon – mastodontico ex sindacalista Ugl proveniente da Latina – parlano di 8 miliardi necessari anche introducendo anche la soglia minima dei 64 anni d’età. Una cifra spropositata che ha già gettato allarme al ministero dell’Economia, dove rimangono i custodi dell’austerità della Ragioneria generale dello stato, non sostituiti dal nuovo arrivato Giovanni Tria.