Penelope Fillon ha ottenuto 45mila euro di indennità di licenziamento: 16mila euro nel 2002, quando ha lasciato il lavoro di assistente parlamentare del marito ad agosto e poi altri 29mila nel novembre 2013, come “premio”, tutti soldi che provengono dalle casse dell’Assemblée nationale, come i 900mila euro dello “stipendio” (che Fillon ha ridotto a un po’ più di 600mila, differenza tra netto e lordo). Sono le nuove rivelazioni del Canard Enchainé di oggi. Per di più, Penelope ha ricevuto delle indennità di licenziamento quando aveva già una nuova occupazione – sempre assistente parlamentare del supplente del marito, Marc Joulard – mentre nel 2013 aveva da più di un anno un doppio lavoro, visto che ha guadagnato 100mila euro come redattrice della (ex) gloriosa Revue des Deux Mondes dal maggio 2012 al dicembre 2013 (due “note di lettura” pubblicate, mentre il direttore di allora ha affermato di non essere stato al corrente della collaborazione). “Non siamo Penelope” hanno scandito ieri in una manifestazione degli assistenti parlamentari.

Il giorno dopo il contrattacco di Fillon, con le “scuse” di fronte alla stampa, la destra torna nella tormenta, malgrado la facciata di unità che intende dare. Ieri Fillon è stato accolto da insulti – “scroccone” – in occasione della visita a Troyes, accolto dal sindaco, il giovane lupo (sarkozista) François Baroin, che si era candidato a prendere il posto dell’ex primo ministro nella corsa all’Eliseo. Per l’entourage di Fillon, sono “cifre già note” e “già conteggiate” nei famosi 900mila euro. Gli avvocati di Fillon – guidati da Antonin Lévy (figlio di Bernard-Henri Lévy) contestano la competenza della Procura finanziaria, anche se nessuno porta prove della realtà del lavoro effettuato da Penelope.

Per la destra la saga degli “affari” non si ferma. Un giudice ha chiesto ieri il rinvio a giudizio per Nicolas Sarkozy e altre tredici personalità legate allo scandalo Bygmalion, per false fatture nello sfondamento delle spese legali della campagna elettorale del 2012: oltre al tetto di 22,5 milioni, Sarkozy ne avrebbe spesi almeno 42,8. Sarkozy si difende, affermando di non aver saputo nulla, perché occupato a fare il presidente della Repubblica. Sarkozy ha fatto ricorso e accusa la giustizia di “accanimento”. Se l’istruzione verrà confermata, potrebbero passare almeno due anni prima di un processo. Ma questa nuova informazione contribuisce ad appesantire il clima a destra, anche se Bygmalion non riguarda Fillon. Ieri, Fillon ha espresso “comprensione” nei confronti di Sarkozy “e di tutti coloro che saranno incriminati nei prossimi giorni”.

A sinistra, la direzione del Ps ha messo in guardia: chi va con Macron, perderà la candidatura (socialista) alle legislative di giugno.

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