Gaetano Pecorella, a lungo avvocato di Silvio Berlusconi e parlamentare del Pdl (ma da un anno è fuori dal partito) suggerisce al suo antico cliente di scegliere l’affidamento ai servizi sociali.
In questo modo non gli sarebbe inibita l’attività politica?
No, l’unica limitazione che il giudice deve necessariamente porgli è il divieto di espatrio, la pena deve essere scontata sul territorio dello stato. Non ci sono altri vincoli particolari, se non quelli legati alla personalità del condannato. Per dire, a uno stalker si può vietare di frequentare certe zone particolari della città dove vivono le sue vittime.
Per il resto c’è libertà di movimento? O ci si può spostare solo tra la residenza e il luogo dove si svolgono i servizi sociali?
C’è libertà, il giudice può porre delle limitazioni come l’orario di rientro a casa, ma per una personalità come Berlusconi questa esigenza non mi pare che si ponga.
Potrà andare in senato, almeno fino a quando non sarà votata la decadenza?
Secondo me il giudice non può neanche prendere in considerazione il divieto di frequentare il parlamento, perché il diritto costituzionale di Berlusconi non può essere limitato, restando lui un soggetto libero. La logica dell’affidamento ai servizi sociali infatti è che si resta in libertà salve le restrizioni legate al tipo di reato commesso o all’eventuale residuo di pericolosità.
Nel caso del Cavaliere?
L’unica cosa che si potrebbe vietargli sarebbe amministrare le aziende, visto il reato per il quale è stato condannato. Ma non mi pare che abbia più cariche del genere.
Sono gli avvocati difensori a proporre il servizio cui affidare il condannato, o tocca al giudice di sorveglianza scegliere?
La scelta è del giudice, gli avvocati fanno presenti determinate esigenze. Per esempio nel caso di Berlusconi potrebbe richiedere di lasciarlo a Roma per l’attività politica.
Gli si potrebbe trovare un incarico che gli garantisca una visibilità pubblica?
In genere i servizi sociali sono collegati a situazioni di sofferenza, non c’è molto spazio per incarichi di rilevanza politica, parliamo di ospedali, comunità di recupero, insegnamento a persone in difficoltà. Ma si può prevedere che dovunque andrà Berlusconi avrà l’attenzione dei media.
La prova in teoria potrebbe andar male?
Solo nell’ipotesi di violazione delle prescrizioni del giudice, anche perché il buon risultato finale non è quantificabile. Berlusconi dovrebbe solo rispettare l’obbligo di presentarsi nel luogo cui sarà assegnato, in genere un paio di volte a settimana. E il giudice terrà conto che non è un cittadino comune e ha la responsabilità, per ora, di un grande partito.
L’esito positivo dell’affidamento in prova farebbe venir meno l’ineleggibilità e l’interdizione?
Sono due problemi diversi. Cominciamo dall’interdizione. Dice la legge che l’esito positivo della prova «estingue la pena detentiva e ogni altro effetto penale della condanna». C’è un problema di interpretazione: l’interdizione è un effetto penale? La giurisprudenza è restia a rispondere di sì, perché l’interdizione è legata alla pericolosità sociale del condannato. Per esempio: il medico scoperto a impiantare protesi inutili ai suoi pazienti è interdetto dalla professione e non gli è concesso di tornare a esercitare solo perché si è comportato bene per un anno.
Dunque Berlusconi resterebbe interdetto?
Ne discutemmo a lungo nel caso di Previti. Che è ha avuto l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e la conserva, anche dopo l’esito positivo dell’affidamento in prova.
E per quanto riguarda l’effetto della prova sull’ineleggibilità?
La legge Severino non prevede una sanzione nei confronti del politico, ma una condizione per poter esercitare l’attività parlamentare e la condizione è non essere stati condannati. In questo è definitiva, anche se potrebbe porsi un problema di costituzionalità.
Sollevabile dalla giunta del senato?
Dubito. Quando ero componente della giunta delle elezioni avevo prospettato una possibilità del genere ma non c’erano precedenti. In ogni caso è prematuro, se un problema di costituzionalità si pone riguarda l’impossibilità di candidarsi, non la decadenza. Può scattare, al limite, se e quando Berlusconi verrà escluso dalle prossime liste elettorali. Potrebbe presentare un ricorso e nel corso del giudizio del Tar si potrebbe aprire la strada della Consulta.
Suggerisce la scelta dei servizi sociali anche perché potrebbero creare le condizioni per un atto di clemenza del Quirinale?
La clemenza penso sia da escludere. Perché su una pena di quattro anni ci sono stati già tre anni di indulto. Perché Berlusconi ha dei procedimenti pendenti ancora in corso e la prassi in questi casi esclude la grazia. Perché non ci sono esigenze umanitarie. E infine perché non la chiederà mai, dovrebbe riconoscersi colpevole.