C’è spazio per il dissenso? Forse. Il Pd torinese ha, in questi anni, fornito un sostegno granitico alla grande opera per eccellenza, il Tav. «È irreversibile» ripetevano il mantra i massimi dirigenti. Così, pure, ha detto il sindaco Piero Fassino. Il rapporto con i dissidenti valsusini è stato sempre conflittuale: l’ex sindaco di Avigliana Carla Mattioli è stata espulsa dal partito nell’estate del 2012 (rea di non aver appoggiato alle elezioni comunali le larghe intese Pd-Pdl, bensì l’attuale sindaco Angelo Patrizio) e alla cacciata ci è andato più volte vicino il presidente della Comunità montana Sandro Plano, No Tav e tuttora iscritto ai democratici.

Oggi, però, sembra che qualcosa stia per cambiare. Pare che in quel fronte inossidabile ci sia spazio per una voce diversa. Non si tratta, certo, del granello di sabbia negli ingranaggi del potere, ma di un tentativo, forse, di maggiore pluralità. Cosa è successo? Che il neo segretario provinciale, il renziano Fabrizio Morri, ha scelto di nominare nella nuova segreteria, Pacifico Banchieri, assessore a Caselette, comune ai piedi del Musinè in bassa Val di Susa, critico nei confronti della Torino-Lione. Una scelta che ha lasciato di stucco molti delegati dell’assemblea Pd riuniti al Centro Congressi dell’Atc. «Come, un No Tav in segreteria?».

Banchieri, renziano, è vicino al presidente Plano (nonché, pare, a Stefano Lepri, parlamentare Pd che, nel passato, ha espresso perplessità sull’opera): «Non è prioritaria per l’Italia – dichiara Banchieri al manifesto – e questa non è per me una questione ideologica ma pratica, ancor più in un momento di crisi. Vale così la pena spendere tanti soldi per il Tav che, visto anche il forte calo di trasporto merci lungo la tratta Italia-Francia, non è necessario?». Il documento di Renzi ha raccolto tra Val di Susa e Val Sangone due terzi dei delegati (10 su 15). Il sindaco di Firenze ha affrontato poche volte l’argomento Torino-Lione, ma nel suo libro Oltre la rottamazione ha scritto: «Non è dannosa, però è inutile».

Il congresso torinese è iniziato e si è concluso tra i veleni con accuse reciproche tra correnti (una su tutte, il proliferare di tessere last minute). Resta da capire se, a Torino, nella segreteria del Pd il tema Tav rimarrà tabù o verrà – laicamente – affrontato. Banchieri è ottimista: «Per la prima volta è stato nominato nella segreteria provinciale un rappresentante della Val di Susa. Mi auguro che si riaprano spazi di discussione precedentemente chiusi, perché a ora l’unica parte dell’opera finanziata è il cunicolo esplorativo di Chiomonte, realizzato principalmente come sondaggio ispettivo. Il resto, tunnel di base compreso, non è certo. Sarebbe, quindi, il caso di affrontare seriamente la questione». La sua nomina fa discutere. Il senatore Stefano Esposito, schierato con Cuperlo e Sì Tav d’antan, su Twitter ha scritto: «Scelta perfetta e coerente con lo slogan di #Renzi cambia verso».