Ballottaggi choc per il Pd in Toscana: Arezzo e Pietrasanta tornano al centro-destra – compatto – mentre a Viareggio vince un candidato con la tessera del Pd che ha corso contro il suo partito. “E’ il risultato del ballottaggio ad Arezzo quello che mi ha sorpreso di più – tira le somme Enrico Rossi – perchè pensavo, visti i risultati anche delle elezioni regionali e del grande exploit del Pd alle europee 2014, che ci fosse un risultato assicurato. Invece è interessante capire come lì, al secondo turno, si siano rovesciate le premesse del primo”.
Per il Pd toscano e il suo renzianissimo segretario Dario Parrini si tratta di una sconfitta bruciante. Parrini è comunque in buona compagnia, visto che è aretina la ministra Maria Elena Boschi, passata a più riprese in città per sostenere il suo candidato trentenne Massimo Bracciali, fra gli organizzatori delle varie edizioni delle kermesse alla Stazione Leopolda. Il giovane ex Margherita partiva da un rassicurante 44,1%. Ma alla prova dei fatti, nonostante un’affluenza in calo (48,4%) ma non particolarmente bassa rispetto al primo turno (57,4%), Bracciali è stato superato sul filo di lana dall’avversario Alessandro Ghinelli, ingegnere e docente dell’ateneo fiorentino, capace di conquistare il 50,8% delle preferenze.
Per Arezzo l’amministrazione di centro-destra non è una novità. Ghinelli era stato assessore con l’ex sindaco Lucherini, eletto all’epoca per due mandati. Solo un nipote d’arte come Giuseppe Fanfani aveva invertito il trend, salvo poi lasciare la carica dopo essere stato eletto al Csm. Discorso analogo per Pietrasanta, dove a sostenere Massimo Mallegni, ex sindaco con trascorsi guai giudiziari e ancora oggi con una condanna in primo grado per abuso d’ufficio, era arrivato lo stesso Silvio Berlusconi, che poi lo ha chiamato per complimentarsi. Alla chiusura delle urne (affluenza quasi al 60%), Mallegni ha superato con il 54,5% l’avversario Rossano Forassiepi del Pd.
Infine Viareggio, il caso forse più interessante. Qui, dopo due commissariamenti in pochi anni e con un’amministrazione in conclamato dissesto finanziario, il “forestiero” Giorgio Del Ghingaro ha battuto il candidato ufficiale del partito Luca Poletti, imposto senza primarie da Parrini e dal commissario versiliese del Pd, Giuseppe Dati. Con un’affluenza ferma a un misero al 30,8%, Del Ghingaro che era stato sindaco di Capannori per dieci anni ha rovesciato il tavolo, imponendosi con un eloquente 60,3%.
A sostenerlo fra gli altri la senatrice dem Manuela Granaiola, che osserva: “Ha già dimostrato di saper amministrare, ed è una persona autorevole e competente. Credo sia l’uomo giusto per risollevare Viareggio”. Anche Del Ghingaro ha avuto qualche problema – la Corte dei conti lo accusa di danno erariale – ma è diventato famoso in Toscana anche per aver abbracciato la strategia “rifiuti zero”. Un successo su tutta la linea, tanto che oggi a Capannori il primo cittadino è il suo vecchio vicesindaco. Nel Pd “ufficiale” intanto ci si interroga: “Ora apriremo – anticipa Dario Parrini – con i gruppi dirigenti territoriali, una riflessione minuziosa sulle cause di questa battuta d’arresto”. Che ha portato il Pd renziano da essere rottamatore ad essere rottamato.