Domani a mezzogiorno è fissata la scadenza per presentare le candidature a segretario provinciale del Pd di Napoli. La marcia di avvicinamento era cominciata con Vincenzo De Luca in campo con le correnti locali per cercare un candidato unitario ed è finita con uno scontro frontale tra il governatore campano e l’area che fa capo al ministro Luca Lotti.

Gli ex Ds, che pure avevano provato a far saltare il congresso chiedendo il commissariamento del partito, si sono accontentati di ottenere dal garante arrivato dal Nazareno, Alberto Losacco, lo stesso numero di componenti nella commissione di garanzia degli ex Margherita. Sta raccogliendo le firme anche Tommaso Ederoclite, candidato del Comitato 30, espressione di un gruppo di trenta/quarantenni dem, l’unico ufficialmente in campo da una settimana. Ma la partita si giocherà tra De Luca e gli azionisti di maggioranza del Pd napoletano: il consigliere regionale Raffaele Topo dell’area di Lorenzo Guerini, il collega in consiglio regionale Mario Casillo e la parlamentare (e segretaria regionale) Assunta Tartaglione vicini a Lotti, l’ex senatrice Teresa Armato (su sponda Dario Franceschini).

Il governatore è stato eletto nel 2015 grazie all’appoggio di un pezzo di destra a Caserta, dell’Udc di Ciriaco De Mita ma anche grazie al Pd di Napoli e provincia, dove De Luca non aveva truppe. Aveva cominciato il mandato tenendosi lontano dalle questioni interne ma da qualche mese ha deciso di procedere alla deluchizzazione del partito partenopeo, in vista delle prossime scadenze elettorali: le politiche, le europee e poi le regionali e le comunali senza Luigi de Magistris, già al secondo mandato. La richiesta di un candidato unitario è stata solo un atto formale, in realtà De Luca voleva ottenere il via libera su un nome di Salerno e non ex Margherita. Di fronte al no della componente ex Popolare ha cambiato strategia. Martedì a Roma c’è stato un incontro richiesto dal ministro Lotti, il governatore si sarebbe presentato come king maker in virtù di un mandato ricevuto dal segretario Matteo Renzi, mandato che però non sarebbe mai stato conferito.

Il nome gradito a De Luca sarebbe Pasquale Granata, amico di Renzi e direttore dell’Ifel – Istituto per la finanza e l’economia locale, ente in house della regione Campania. Un nome non sgradito agli ex Margherita, ma non concordato con loro, soprattutto pescato da un ente che dipende da Palazzo Santa Lucia. L’area lottiana sembra decisa ad arrivare alla conta con il sostegno di Topo e Armato: aveva individuato il proprio cavallo in Massimo Costa, senza annunciarlo, ma il gruppo degli ex Ds ieri sera lo ha rivelato in un comunicato che dichiara anche la scesa in campo con un candidato d’area. Gli orlandiani prenderanno una posizione e non sarà dalla parte di De Luca: potrebbero essere l’ago della bilancia.