«Stiamo costruendo un’area del partito che romperà a lungo le scatole, sia se vinco che se perdo»: la prima uscita pubblica dopo l’incidente al piede Michele Emiliano l’ha fatta ieri a Napoli, città dove il renzismo non ha fatto breccia. L’ultimo scorcio di campagna per le primarie Pd lo vede molto indietro nei sondaggi ma l’obiettivo è strutturarsi per una battaglia più lunga.

Al governatore della Puglia, arrivato in sedia a rotelle, il deputato Simone Valiante ha regalato un corno portafortuna. «Quando caddi Renzi mi disse: ’Ho un alibi’» scherza Emiliano e prosegue: «Sono l’unico dei tre candidati a non aver fatto parte del governo Renzi, non ho responsabilità nei disastri. Vogliamo liberare gli amministratori del Sud, quelli che Renzi ha definito notabilato: lui prima li sfrutta e poi li mortifica».

In città era atteso anche Renzi, il 27 aprile, probabilmente non verrà (al suo posto Matteo Richetti), intanto Emiliano attacca ancora: «La Tap è una vicenda tristissima, di prepotenza e cecità». E sul caso Anac: «Con la modifica del codice degli appalti, rischia di venir meno l’unico vero elemento di novità che Cantone ha contribuito a creare. Conosco i novisti alla Renzi che fingono di essere nuovi ma in realtà, finita la conferenza stampa iniziale, si rendono conto che i sistemi di potere che tengono in piedi i novisti non sostengono il cambiamento. Non ci si può far sostenere in campagna elettorale e poi tenerli buoni. La corruzione è come la mafia: o ci convivi o fai la guerra. Il Pd non ha mai dichiarato guerra né alla corruzione né alla mafia».