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Pd Campania, insediato il commissario: dal Nazareno è arrivato Boccia a mediare con De Luca

Pd Campania, insediato il commissario: dal Nazareno è arrivato Boccia a mediare con De LucaFrancesco Boccia

Prima giornata di colloqui L'ex ministro: «Lavoriamo per il campo largo, le Agorà sono il luogo per condividere prospettive e programmi, in Campania come in Puglia». Ma a Napoli si teme l'ennesima resa della segreteria nazionale ai diktat del governatore

Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 2 luglio 2022

Il parlamentare pugliese Francesco Boccia ieri ha ufficialmente avviato il suo incarico di commissario del Pd campano. Ha incontrato il sindaco di Napoli Manfredi, il governatore De Luca, c’è stato tempo anche per un dibattito ad Avellino. I primi ringraziamenti sono andati a Stefano Graziano, il candidato designato da De Luca, in accordo con il segretario dem Letta, a guidare il partito regionale. Un blitz sventato in assemblea dalla rivolta degli orlandiani, dei franceschiniani, persino di un pezzo di Base riformista in cui pure milita il primogenito di De Luca. Per sbarrare del tutto la strada, sono persino arrivate decine di dimissioni dall’assemblea regionale.

Pareva che Letta dovesse finalmente affrontare il nodo governatore, il rapporto conflittuale con il suo stesso partito e gli scontri con Manfredi, ma Boccia ha sgombrato il campo: «Ringrazio Graziano che si era messo a servizio per tentare un’operazione di riappacificazione mantenendo gli organi invariati. Ci sono state opzioni ostruzionistiche che non hanno consentito al partito un confronto adeguato». Boccia avverte: «Se in Campania le correnti solo quella roba lì, allora mi troveranno da un’altra parte».

E sulle liste civiche del governatore che tolgono voti ai dem: «Lavoriamo per il campo largo, le Agorà sono il luogo per condividere prospettive e programmi, in Campania come in Puglia. Il tempo del partito autosufficiente è finito». In palio ci sono le candidature alle politiche, dove Graziano pare in pool position per una casella, dopo aver ceduto il posto nel 2018 al figlio di De Luca (ottenendo un incarico di consulenza in regione). Clima disteso, quindi, sia con il governatore che con Manfredi.

Nel partito a Napoli non tutti sono tranquilli, il ragionamento è questo: Roma ha mandato un mediatore per stabilire una pax generale ma questo, oltre a lasciare i nodi irrisolti, rischia di essere impraticabile. La scissione dei 5S ha provocato la saldatura tra governatore, dimaiani e un pezzo di Pd ex renziano, un blocco che cercherà di togliere dai giochi quella parte dem che sta lavorando a un’agenda sociale, che guarda a Fico, e che si riconosce in Manfredi.

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