Nella serata di lunedì a Porta a Porta Matteo Renzi sugli ultimi rovesci del caso Consip si era trattenuto. «Nessuna polemica. È molto strano quanto sta accadendo, ma ho la più totale fiducia nella magistratura». Prima però con gli amici non si era trattenuto affatto: «Vi rendete conto? Ed è la seconda macchinazione dopo quella dell’Eni», riferendosi alla vicenda del (presunto) complotto contro il manager De Scalzi e anche contro di lui su cui indaga la procura di Siracusa. Quella della’inchiesta Consip è una vicenda «dal profilo inquietante», anche per il suo sfidante alle primarie Andrea Orlando, che però da Guardasigilli non va oltre.

La consegna del low profile nel Pd va a farsi benedire nel pomeriggio quando il legale del capitano Scafarto, il carabiniere del Noe autore della trascrizione delle intercettazioni che hanno deviato un ramo dell’inchiesta, spiega il silenzio del suo assistito con i pm: nella trascrizione sbagliata non c’è «il dolo», è la tesi dell’avvocato, e cioè «l’unico elemento che consentirebbe a tali condotte di essere permeate di rilevanza penale». «Dichiarazioni sconcertanti sotto il profilo della garanzia verso i cittadini» esplode Davide Ermini, responsabile giustizia Pd, «l’Arma dei carabinieri non lavora così e il valore dei suoi militari lo apprezziamo ogni giorno. Se invece del dolo ci fosse stata una disattenzione sarebbe meno grave?».

Il clima incandescente di scontro fra Pd e 5 Stelle accende fuochi per tutta la giornata. I grillini si scatenano per dimostrare che «il caso Consip» non è chiuso. I dem li attaccano. E con loro attaccano anche alcune testate. Due obiettivi sono targati Rai. Il primo è la trasmissione di Raitre «Report» che lunedì sera ha mandato in onda una fonte anonima testimone dei (presunti) favori che l’imprenditore Pessina, ’salvatore’ dell’Unità, avrebbe ricevuto dal governo Renzi per un appalto Eni in Kazakistan. Il tesoriere Pd Bonifazi annuncia una richiesta di danni al programma, alla Rai e al Fatto che ne aveva anticipato i contenuti. Poi minaccia querele nei confronti dei 5 stelle Di Maio e Di Battista. Che replicano annunciando «un esposto alla magistratura» sul caso sollevato da «Report». A loro volta i due grillini fanno infuriare i cronisti: alla fine della conferenza stampa fuggono dai microfoni. Nel mirino Pd finisce anche «Cartabianca», la trasmissione di Bianca Berlinguer su Raitre. Che impacchetta una puntata sul caso Consip invitando Paola Taverna (M5S) e Chaouki Khalid, esponente dem ma supporter del candidato Emiliano. In Transatlantico c’è chi parla di una improvvisa «luna di miele» fra M5S e Rai, testimoniata da un insolito voto in Vigilanza: il sì alla nuova concessione, in pratica una linea di credito aperta al traballante dg Campo Dall’Orto.

Nel bestiario della giornata ci sono anche due giornalisti dipendenti del gruppo M5S al senato che tampinano fin sotto casa il direttore del Tg1 Mario Orfeo chiedendogli conto della disparità con cui il suo giornale ha trattato l’inchiesta sulla sindaca di Roma Raggi e quella su Consip. I 5 stelle difendono la pessima performance. Che il Pd e la Federazione della stampa definiscono invece «intimidazione».