Trieste ha visto negli ultimi decenni un forte calo demografico con decine di migliaia di giovani emigrati per mancanza di prospettive mentre l’incidenza delle attività produttive resta al di sotto del 10%; bastano questi dati per capire l’urgenza di un cambiamento radicale.
Nell’immagine della destra, al governo con il sindaco Roberto Dipiazza, Trieste è una città da rendere vetrina per turisti con il moltiplicarsi di alberghi e ristoranti, con prezzi altissimi e nessuna attenzione per le periferie. Una città soffocata dal traffico dove si abbattono alberi secolari per ricavarne parcheggi e progetti faraonici che restano rendering frammentati subito dimenticati. Nel 2016 Dipiazza è stato eletto con il 30% ma aveva votato solo il 50% degli aventi diritto: poco rappresentativo, mentre preoccupa la disaffezione alla politica di gran parte dei cittadini. C’è spazio per lavorare e togliere ai notabili della destra un potere sedimentato ma ancora sgretolabile: batterli non è facile, lo può fare solo un fronte agguerrito e unito.

La campagna elettorale è partita sottolineando la necessità di unire le disgregate opposizioni e a tanto mirava una raccolta di firme fra i cittadini. È stato il leitmotive della 5 stelle Alessandra Ricchetti che si candidava a sindaca dopo l’esperienza da presidente di circoscrizione. Tendenzialmente unitario anche Francesco Russo, candidato Pd, una storia in politica dai tempi della Margherita e già senatore, altrettanto però convinto che una faccia nota e stimata con una lista di persone nuove potesse bastare a se stessa. Alla fine ognuno per sé, una candidata per i 5S e uno per il Pd.

Poi a Trieste è comparso un terzo contendente che, almeno stando ai sondaggi che lo avvicinano al 10%, ha stupito tutti per un appeal in così veloce crescita. È quel gruppo di giovani provenienti da varie associazioni raccolti nella lista Adesso Trieste. Un programma costruito in mesi di dibattiti e confronti per costruire una visione nuova di città, dalla mobilità al sociale alla salute all’ecosostenibilità; la città «dei 15 minuti» dove servizi e opportunità siano distribuiti su tutto il territorio, con una forte presenza del Comune anche nelle linee di indirizzo sul lavoro e sugli appalti. Contro le politiche degli ultimi anni, dove destra e centro-sinistra sono apparsi indistinguibili.

Nel costruire le liste per il Comune e per le circoscrizioni, tutte con capolista donne, Adesso Trieste pone un vincolo: chi vuole aderire lo fa sotto il nostro simbolo. Settimane di trattative ma sono solo due i partiti che accettano di rinunciare alla visibilità per partecipare all’avventura: il movimento locale Patto per l’Autonomia e Sinistra italiana. L’assemblea degli iscritti nomina candidato sindaco Riccardo Laterza, 29 anni, laureato in Pianificazione urbanistica e territoriale, portavoce nazionale della Rete della Conoscenza.

La sinistra antagonista non ci sta. Rifondazione, ancorata a una tradizione storica che ritiene irrinunciabile, dichiara di voler portare avanti i propri valori e teme un riallineamento sotto le bandiere piddine. Si allea invece con piccoli gruppi della sinistra anticapitalista sotto il simbolo di Sinistra in Comune-Levica e trova una convergenza con i Verdi. Candidata sindaca è una storica militante ecologista, Tiziana Cimolino, che assurge alle cronache per la sua partecipazione alle manifestazioni No GreenPass. «Una buona socialità fa bene all’ecologia e viceversa» dichiara Cimolino, dando concretezza a un asse che finora non si era mai realizzato. Nessun accordo con Adesso Trieste, accusata di essere né di destra né di sinistra.

La campagna elettorale ha visto la normale sfilata dei «big»: Salvini e Meloni per Dipiazza e, per gli altri, Conte Letta Fratoianni e ministri vari. I rosso-verdi chiudono la campagna con candidati e musica in piazza; Adesso Trieste, dopo Fabrizio Barca, Elly Schlein, Carlo Petrini e molti altri, chiude la sua serata di incontro con i sostenitori con l’intervento di Luciana Castellina.