Tutti ce l’hanno. Pochi lo conoscono. Pochissimi lo allenano. Il pavimento pelvico, detto anche perineo, è quel gruppo di muscoli che, situati fra retto e genitali, sorreggono vescica, intestino,ano e, per le donne, l’utero. Il suo compito è fondamentale perché evita il rischio di prolasso, l’incontinenza urinaria e aiuta la vita sessuale. Con un buon PP, per esempio, lui controlla meglio l’eiaculazione e mantiene più a lungo l’erezione, lei raggiunge più facilmente l’orgasmo, magari diventa multiorgasmica e ha buone probabilità di entrare nella mitica categoria, agognata da molti maschi e paventata da altri, delle donne con la vagina prensile.

Che le italiane non siano molto informate sulla necessità di non suicidarsi il perineo, lo dimostrano le stime dell’AIUG (Associazione italiana di urologia ginecologica e del pavimento pelvico) secondo cui le donne che soffrono di incontinenza sono fra i 4 e i 5 milioni. La soluzione sarebbe prevenire, informare e far sapere che il perineo si può allenare, come qualsiasi altro muscolo. Invece il nostro sistema sanitario preferisce rimborsare 160 milioni di euro all’anno in pannoloni per l’incontinenza, un vero business che propone di tutto: assorbenti di ogni formato e taglia, traverse salvaletto, mutandine elasticizzate, comfort o pull up.

Chi pensa che un perineo rilassato sia un problema solo per vecchi si sbaglia. Se a una donna giovane capita di perdere qualche goccia di pipì correndo o ridendo, è il segnale che qualcosa lì sotto non va e magari la colpa è di una cattiva educazione della minzione, come spingere la pipì, cosa che non va mai fatta. Ci sono poi gli effetti post parto, un vero stress per i muscoli perineali che dopo andrebbero sempre monitorati. Non è un caso se in Francia lo Stato paga alle neomamme sei sedute di rémise en forme del pavimento pelvico. In Italia per ora è in crescita la libera e privata iniziativa, come quella di Alida Mazzaro, naturopata e molto altro che vive a Roma, ha scritto Io e lei, manuale di gestione della vagina, e ha aperto un canale apposito su Youtube. A Milano è da tempo molto attivo il Consultorio la Famiglia, di ispirazione cattolica e promosso da alcune famiglie delle parrocchie di Santa Maria alla Fontana e San Nicola in Dergano, dove le ostetriche Rosaria, Benedetta, Maria e Gloria insegnano alle donne, fra le altre cose, la ginnastica pelvica.

L’ho provata. È come andare dal ginecologo, con la differenza che invece di avere un medico che ti sfrucuglia fra le gambe, lì c’è l’ostetrica spesso accompagnata da una praticante. Per almeno mezz’ora stai sdraiata gambe all’aria fissando il soffitto, mentre le due levatrici te la guardano con estremo interesse dicendo: «Stringi piano piano, tieni, rilassa lentamente contando fino a nove. Vai bene all’andata ma non al ritorno. Rilassi troppo in fretta. Rifacciamo. Ora va meglio. Adesso stringi l’ano, tieni, rilassa lentamente. Incrocia la gamba destra, stringi, tieni, rilassa. Ripeti dall’altra parte» e tutto questo per dieci o venti sedute, se si vogliono ottenere risultati evidenti.

Sembra facile, ma provare per credere. Rosaria dice che da lei arrivano signore che magari sono in perfetta forma, hanno gli addominali tonici, braccia e gambe da ragazza, ma il pelvico disastrato. E perché? «Perché nessuno ha insegnato loro a tenere i muscoli perineali ogni volta che fanno uno sforzo, un piegamento, una flessione o quando si alzano in piedi».
Per essere efficaci, gli esercizi vanno ripetuti regolarmente ogni giorno, si possono fare mentre si cucina, si legge, si guarda la tivù, si lavano i piatti o si aspetta il tram e sono ottimi anche per guadagnare una postura corretta perché con tutto questo stringi e rilassa la pancia si appiattisce, i glutei si alzano e la schiena sta più diritta.

Joseph Pilates definì l’area del bacino, fondamentale perché dà il baricentro, Power House. A sua volta, questa casa del potere diventa più forte se poggia su un buon pavimento pelvico. Roba da rivoluzione, se se ne è consapevoli. Altro che pannoloni.

mariangela.mianiti@gmail.com