La Palma sta assistendo a una potente eruzione vulcanica che ha messo sotto scacco l’isola. Domenica nel primo pomeriggio alle 15.12, ora locale, è iniziata l’eruzione che ormai tutti davano per quasi certa, dopo che la piccola isola canaria era stata colpita negli ultimi giorni da uno sciame sismico la cui intensità era andata crescendo sospettosamente nei giorni scorsi.

Ieri sera venivano segnalate 8 bocche aperte in una eruzione a fessura, con due lingue di lava incandescente di basalto a mille gradi che avanzano lentamente, circa 300 metri all’ora, verso il mare. All’inizio, la velocità calcolata era di circa 700 metri all’ora, ma l’aumento della viscosità l’ha rallentata con il passare delle ore. Ieri si prevedeva che in nottata la lava avrebbe raggiunto l’Oceano Atlantico.

Più di un centinaio di case sono state distrutte dall’avanzare della lava, e ci sono circa 5500 sfollati in attesa di capire come si svilupperanno gli eventi. Le 20 scuole della zona sono chiuse (una di esse è fra gli edifici divorati dalla lava). L’isola della Palma, un vulcano giovane in termini geologici, si è andata formando negli ultimi quattro milioni di anni da eruzioni vulcaniche successive. Appoggiata sul fondo marino a tremila metri di profondità, l’isola si alza per 2400 metri sul livello del mare. La parte sud dell’isola, dove sta avvenendo l’eruzione di questi giorni, è considerata ancora attiva. Negli ultimi 500 anni, da quando ne esistono registri, gli isolani hanno assistito a otto eruzioni contando quella in corso, di cui 2 nel secolo scorso, nel 1949 e nel 1971, l’ultima eruzione vulcanica superficiale che sia stata osservata in Spagna. In tutte le isole Canarie, negli ultimi cinque secoli ne sono state osservate 17.

Osservando questi casi storici, gli esperti non sono ancora in grado di prevedere cosa accadrà nei prossimi giorni. I primi calcoli indicano che il vulcano potrebbe contenere circa 20 milioni di metri cubici di lava, circa la metà di quelli emessi nell’eruzione del 1971, che durò 24 giorni, la durata più breve di quelle registrate finora. Allora, il vulcano si limitò ad aprire diverse fessure la cui forma si è poi andata modificando nelle settimane successive. Ma nel 1949, invece, il vulcano iniziò ad eruttare dopo qualche giorno anche da una bocca in un punto diverso dell’isola: a tutt’oggi, questo scenario non sembra il più probabile, ma con i vulcani non si può sapere.

L’eruzione più lunga sull’isola fu registrata nel 1586: quasi tre mesi. I geologi che stanno osservando da vicino l’eruzione non azzardano ipotesi: «La sensazione è che l’eruzione ha materiale, intensità e magma sufficiente per durare più di qualche giorno, settimane. Però non saprei dire se molte settimane o poche settimane», ha dichiarato Carmen López Moreno, direttrice dell’Observatorio Geofísíco Nacional in una intervista a El País.

Ieri il presidente del governo Pedro Sánchez, che doveva recarsi a New York per la prima riunione della stagione dell’Assemblea Generale dell’Onu, era sull’isola, e ha promesso l’appoggio di tutto il paese ai palmeros garantendo aiuti e protezione. La ministra del turismo Reyes Maroto invece è stata protagonista della gaffe della giornata: in mattinata aveva parlato dell’eruzione come di «un reclamo per i turisti che vogliono vedere questo spettacolo meraviglioso della natura, con prudenza». Le ovvie critiche piovute sul governo per questa mancanza di sensibilità verso chi sta perdendo tutto l’hanno costretta a rimangiarsele poche ore dopo.