«Contactos è la Cronaca di Anna Magdalena Bach di Straub e Huillet con al posto della musica del grande compositore tedesco il silenzio opprimente nella Spagna di Franco». Così Paulino Viota raccontava quel suo film, bianco e nero del quotidiano, girato clandestinamente nel 1970 della dittatura franchista. Ma chi è Paulino Viota? Il suo nome non è per nulla conosciuto in Italia con l’eccezione di qualche gruppo di appassionati cinefili, eppure Viota in queste immagini realizzate con un budget minimo e tra enormi rischi rivela lo sguardo di un cineasta capace di inventare spazi e forme per le sue immagini e i suoi personaggi in una stretta relazione con la realtà che non significa mai appiattirvisi – o limitarsi a riprodurla.

NATO A Santander nel 1948, critico, saggista, nel sistema del cinema spagnolo è anche lui un «clandestino» come i protagonisti del suo film, underground per scelta e convinzione, isolato dall’industria, ignorato fino a una progressiva rivisitazione critica che ha individuato nella sua opera un passaggio importante della narrazione spagnola tra dittatura e e transizione alla democrazia. A cominciare proprio da Contactos – definito dal critico Noel Burch, tra i principali autori della scoperta di Viota, «il più importante film degli anni Settanta» – che per primo prova a restituire la vita dei militanti anti-franchisti da vicino – e in «tempo reale». Un film di interni – di «confinamento» (e di rispecchiamento) anch’esso si potrebbe dire, con un solo esterno mentre la macchina da presa segue i due uomini e la donna al centro della storia nei loro gesti di ogni giorno, ripresi in 16 millimetri e da cinque posizioni fisse con inquadrature frontali.
È perciò un evento poter scoprire l’opera del regista su RayPlay grazie alla programmazione di Fuori orario che di Viota aveva già proposto – su Raitre – una personale in occasione del trentennale della trasmissione. Una bella scommessa per un canale della tv pubblica che rende così fruibile un cinema poco visto a un numero potenzialmente molto più alto di spettatori. Insieme a Contactos ci sono altri due film del regista spagnolo: Con unghie e denti e Corpo a corpo. Il primo, girato nel 1977, restituisce l’atmosfera e le contraddizioni nella Spagna del dopo Franco (morto da due anni, nel 1975), attraverso un sindacalista e leader operaio e nello scontro che lo oppone alla sua impresa. Aggredito durante uno sciopero sarà costretto a nascondersi ai sicari del padrone che lo vuole morto. Lotta di classe, militanza, frustrazione, sogni di un cambiamento che sembrano già essersi smarriti – erano solo illusioni? – in un cinema politico che afferma la sua esistenza nel dubbio, nella domanda al mondo e al proprio fare contro ogni certezza.
Corpo a corpo (1978) attraversa più momenti nella vita di alcuni amici, nel flusso del loro «corpo a corpo» con la vita, tra sé stessi, nelle menzogne, nei tradimenti, nelle relazioni che li uniscono, li separano, li rendono reciprocamente ostili. E in quel tempo che passa scorrono i sentimenti, l’amore e le sue ferite, come avviene per ognuno, con la sorpresa del vissuto colta nel suo istante.