A dieci giorni dal voto europeo, il ministro dell’economia Arnaud Montebourg apre un fronte di battaglia contro la Commissione di Bruxelles. Per non avere le mani legate ad intervenire nel caso Alstom, un fiore all’occhiello dell’industria francese che sta suscitando gli appetiti dell’americana General Electric e che invece Montebourg vedrebbe meglio concludere un’intesa con la tedesca Siemens, il governo ha pubblicato ieri mattina un decreto che estende ad altri cinque settori l’autorizzazione statale in caso di tentativo di presa di controllo da parte di una società estera. Per Montebourg, “una scelta di patriottismo economico” e di “protezione degli interessi strategici della Francia”: il decreto allarga a elettricità, gas, idrocarburi e tutte le fonti energetiche, all’acqua, alle reti di trasporti e di comunicazione oltreché alla sanità, la possibilità di intervento del governo, che esisteva dai tempi di Dominique de Villepin (2005) limitatamente al settore della sicurezza e della difesa. “Dobbiamo dire ai francesi che siamo una nazione forte e vogliamo provarlo” afferma Montebourg. “Uno stato moderno è uno stato forte nel dialogo con i mercati, le multinazionali e gli altri stati”.

Per la Commissione, c’è un rischio di protezionismo. “L’obiettivo di protezione degli interessi essenziali e strategici di ogni stato membro è chiaramente protetto dai trattati”, ammette il commissario al Mercato interno, Michel Barnier. Ma aggiunge: “dobbiamo verificare se in questo caso è applicato in modo proporzionato, in caso contrario significa protezionismo”, proibito dai Trattati.

A pochi giorni dal voto, con la minaccia del successo del discorso nazionalista del Fronte nazionale, il governo si dà gli strumenti per intervenire nel caso Alstom, che produce turbine per le centrali nucleari e il Tgv, due settori strategici. La scelta di Montebourg è evidentemente a una direzione: il ministro non ha nulla da dire quando è una società francese a partire alla conquista all’estero (basti pensare alle banche francesi che hanno acquisito molte concorrenti all’estero, a cominciare dall’Italia o a Edf molto presente nel mercato mondiale). General Electric ha l’intenzione di acquisire il settore energia di Alstom, ma Montebourg si oppone, preferendo la soluzione di un accordo con Siemens. Secondo la direzione di Alstom, pero’, la soluzione della fusione con i tedeschi sarebbe molto più costosa in termini di occupazione. L’accordo con Siemens appare comunque una scelta precipitata, per contrapporsi all’Opa di General Electric, senza un vero progetto di “Airbus dell’energia” in Europa, peraltro promesso da Hollande. Il decreto va comunque ben al di là del caso Alstom e permetterà allo stato francese di intervenire praticamente in tutti i settori, a cominciare da quello farmaceutico, oggi in pieno subbuglio (Sanofi, per esempio, potrà essere difesa, in nome del fatto che i vaccini sono un caso di interesse strategico per un paese). Montebourg afferma che gli altri paesi si difendono con maggiore forza della Francia. Negli Usa, per esempio, esistono leggi per proteggere interessi nella sicurezza nazionale e nelle infrastrutture cruciali. La Germania ha dal 2008 una legge che permette di bloccare un’acquisizione dall’estero che minaccerebbe “l’interesse fondamentale della società tedesca”. In Gran Bretagna è possibile proteggere solo il settore della difesa, dei media e dei mercati finanziari.

La decisione protezionistica del governo arriva nel giorno in cui l’Insee (l’Istat francese) ha reso noto che nel primo trimestre di quest’anno la crescita è stata pari a zero, mentre la disoccupazione non cala.