La Polonia di oggi è governata dal PiS (Prawo i Sprawiedliwosc, Diritto e Giustizia), un partito nazionalista e conservatore che ha preso il posto dell’esecutivo delle «élite liberali», accusate di aver scontentato la società polacca fino ad allontanarla dalla politica. Fondato nel 2001 dai gemelli Kaczynki, il PiS è al potere dal 2015 e, al pari del governo ungherese guidato da Viktor Orbán, si è impegnato a realizzare un controllo sempre più capillare delle principali manifestazioni della vita pubblica del paese con una serie di provvedimenti stigmatizzati dall’opposizione interna e dalle istituzioni europee.

ESSI RIGUARDANO principalmente la limitazione della libertà di stampa e dell’autonomia del sistema giudiziario, aspetto, quest’ultimo, per il quale lo scorso dicembre, sono state avviate le procedure per l’applicazione dell’Articolo 7 del Trattato di Lisbona, nei confronti di Varsavia. Si aggiunga a ciò che l’attuale governo sostiene una legislazione, sull’interruzione di gravidanza, che è tra le più restrittive esistenti in Europa, e lo fa con l’appoggio della Conferenza episcopale polacca e delle principali associazioni cattoliche.
Patria, famiglia e chiesa, sono, come nell’Ungheria di Orbán, i valori fondamentali della Polonia del PiS che è pienamente attiva all’interno del Gruppo di Visegrád (V4, comprendente anche l’Ungheria, la Slovacchia e la Repubblica Ceca) nell’opporre un’idea di Europa delle nazioni e delle patrie a quella attuale, vista dai leader più agguerriti del V4 come livellante e destinata a fallire in modo definitivo.
Il nazionalismo polacco espresso in modo così evidente dal PiS e dai suoi seguaci ha radici sociali e storiche profonde. Su questo complesso fenomeno indaga efficacemente Le origini del nazionalismo in Polonia di Daniele Stasi (Franco Angeli, pp.146, euro 19) docente di Storia delle dottrine politiche presso l’Università di Foggia, e di Filosofia della politica presso l’Università di Rzeszów, in Polonia.

PROFONDO CONOSCITORE e attento studioso del paese oggi governato dal PiS, Daniele Stasi è andato alla ricerca delle origini e della matrice ideologica del nazionalismo polacco e delle sue attuali espressioni che sono in aperto contrasto con i principi democratici europei. Il pregevole volume dà luogo a una ricognizione di quelli che sono stati i presupposti della nascita del moderno nazionalismo polacco che, alla fine del XIX secolo, ha preso la forma di un partito (Endecja). In questa analisi si studiano le culture politiche fiorite nel paese nel corso dell’Ottocento e i rapporti tra le tendenze nazionaliste di quell’epoca e gli ambienti della democrazia nobiliare prima della Grande Spartizione avvenuta alla fine del XVIII secolo.
Di tale spartizione territoriale a opera della Russia, della Prussia e dell’Impero Asburgico, va tenuto conto nell’analisi del fenomeno, in quanto ha segnato profondamente la coscienza storica e nazionale dei polacchi e ha contribuito al rafforzamento delle tendenze analizzate dall’autore.

IL LIBRO DESCRIVE inoltre lo sviluppo della questione nazionale, considerata nel contesto delle principali correnti politiche dell’epoca, ed esamina la dialettica esistente all’interno degli ambienti socialisti tra i sostenitori della lotta per l’indipendenza nazionale, visto come impegno principe, e colori i quali appoggiavano con maggior vigore la lotta di classe in un contesto internazionale, vista quale priorità storica. Popławski, Balicki e Dmowski, i tre principali teorici del nazionalismo polacco che dalle sue origini si pone l’obiettivo del ripristino dell’indipendenza nazionale e della salvaguardia di un’identità in cui si riconoscano i compatrioti dei tre pensatori. Si parla quindi di riscossa nazionale e di successiva organizzazione dello spazio culturale polacco sulla base di valori visti come strumenti di coesione interna a tale spazio e capaci di creare appartenenza e condivisione.

È INFINE IMPORTANTE soffermarsi sull’antisemitismo degli ambienti nazionalisti dotato di sponde teoriche in un programma che, in qualche caso con toni brutali, sottolinea la necessità di risolvere la «questione ebraica». La Polonia del PiS intende riportare in auge un nazionalismo che sa di autodifesa da pericoli esterni e il volume di Daniele Stasi è uno strumento che ci aiuta a capire le origini di tale approccio.