Luca Pastorino (candidato di Rete a sinistra e Lista Pastorino in Liguria, ndr), Renzi commenta la vittoria di Podemos in Spagna dicendo che «anche l’Italia potrà portare la voce per il cambiamento dell’Europa». Pd come Podemos?

È incredibile il tasso di trasformismo di Renzi. Va dove lo porta il vento. Il cambiamento all’Europa che chiede Podemos non si concilia con quello che ha fatto in Italia Renzi per esempio con il jobs act.

Anche per il leghista Salvini la vittoria di Podemos «è una boccata d’ossigeno per l’Europa dei popoli».

Ma cosa significa per lui ’Europa dei popoli’? Io sono un europeista convinto. Ma la mia idea di confederazione europea è molto diversa da quella di Salvini, che sbraita cose a caso per nascondere che è parte di quella politica che non ha risolto i problemi: penso all’immigrazione dalla legge Bossi-Fini al ministro Maroni, la destra ha speso un sacco di soldi senza risolvere niente. Ci vorrebbe coerenza: l’Europa dei popoli è quella dei diritti, non quella di Salvini.

Ma la sua idea di rete a sinistra per la Liguria ha qualcosa a che vedere con Podemos?

Teniamo distinte le cose. Il nostro progetto nasce in Liguria, dove pure è vero che sono stati anticipati temi nazionali ma mesi fa. Siamo quelli che dicono basta a un sistema di gestione della cosa pubblica ligure, finalizzata sempre alla conservazione del potere e degli interessi. Poi non è un mistero che, dopo la Liguria, guardiamo a una nuova aggregazione politica. Ma faremo un passo alla volta. È Renzi che continua a mischiare le carte. Certo, abbiamo anche delle idee sulla sinistra buona che vogliamo. Ma qui la cosa è nata con il cuore, con la passione dei liguri.

C’è qualcosa di Podemos però che la interessa?

Sicuramente il risultato, che è quello che conta più di tutti. Podemos è riuscita a interpretare e organizzare il disagio. Noi ai delusi, a chi non capisce la politica, a chi la rifiuta perché non si sente rappresentato in alcun modo proponiamo di partire dalle nostre esperienze di persone normali, in termini di esperienze di vita, lavorative e amministrative e di puntare a un modo tutto diverso di fare politica, puntato appunto sulla competenza e normalità. Io sono in grado di stare ascoltare le persone. Gli altri no: magari vanno troppo in tv.

Non teme che la delusione rischi di premiare Grillo?

Noi crediamo nella politica e nella buona politica, i 5 stelle no: è questa la differenza. Abbiamo un progetto di sinistra che viene da esperienze di amministrazione, dall’ascolto del territorio. Loro un progetto vero non ce l’hanno, né per l’Italia, l’ho visto in due anni di parlamento, né per la Liguria: qui era possibile davvero tentare un progetto più ampio. Ma non hanno voluto: fanno denuncia, ma non vogliono davvero cambiare le cose. Hanno buone idee, ma applicano un vecchio modo di fare politica: parlare male degli altri, e basta.

A proposito: i grillini dicono che lei è un ’cementificatore’, per via di alcune palazzine costruite a Bogliasco.

Appunto, questa è una frottola ed un esempio. La storia della cementificazione di Bogliasco è una roba da matti: mi sono trovato a gestire la parte finale di un progetto di cui si parlava da cinquant’anni. Chi mi conosce sa come la penso e quello che faccio. Grillo venga a trovarmi: solo conoscendo le cose si possono risolvere i problemi.

Renzi dice che voi non potete fare un’ laboratorio’ perché la Liguria non è una cavia.

Infatti non siamo un laboratorio, siamo un progetto di governo diverso dal loro. Lascino perdere, si chieda come mai dalle europee dell’anno scorso ad oggi il Pd ha perso 15 punti.

Dice anche che lei fa del «bertinottismo 2.0».

Sfido chiunque a guardarmi e dire che sono un nuovo Bertinotti. Noi non siamo una confederazione dei piccoli o dei grandi recinti in cui la sinistra si chiusa anche per colpa sua. Cerchiamo di essere una sinistra di governo che parla alle persone. E per farlo ci vuole una testa diversa da quella avuta fin qui. Invece quando Paita è di sicuro un Burlando 2.0. Anzi 2.0 e mezzo.

Ancora: per Renzi la sinistra in Liguria non ha nessuna chance.

Noto con piacere che non usa più aggettivi. Non siamo più la sinistra «radicale» o quella «masochista». Finalmente lo dice: noi siamo la sinistra. Confermo. In Liguria la destra si ripropone con due facce: quella di Toti e quella di Paita che ha fatto le fortune della destra, assumendo dentro di sé tanto di quel mondo.