Nuoro, capitale della Barbagia dei pastori, si stringe intorno agli allevatori sardi che protestano contro gli industriali caseari che hanno fissato il prezzo del latte su una soglia – sessanta centesimi al litro – che costringerebbe la maggior parte delle aziende alla chiusura.

SERRATA DEI NEGOZI ieri mattina nel capoluogo barbaricino e migliaia di persone in piazza nella manifestazione, promossa dai commercianti, in solidarietà alla battaglia dei pastori. Centinaia gli studenti in testa al corteo con slogan e striscioni. Un gruppo di allevatori si è ritrovato nel quartiere della Solitudine ed è stato accolto dal sindaco di Nuoro Andrea Soddu, per arrivare poi in corteo davanti al Municipio, dove sono stati sversati centinaia di litri di latte. «I pastori sono il capitale di questo territorio, che ha 12mila aziende, con 100 mila persone che vivono dalla pastorizia e dall’indotto – dice Fabio Rosas, commerciante di Nuoro e promotore della manifestazione – . Noi stiamo con i pastori e faremo da cassa di risonanza a questa vertenza: dobbiamo rispettare il lavoro e la dignità dei nostri allevatori, che si alzano la mattina alle quattro e non conoscono né fine settimana né giorni di ferie».
Nel corteo, che dalla stazione ferroviaria è proseguito in piazza del Mercato dove pastori hanno preparato il formaggio, c’erano anche le mogli e i figli degli allevatori. «Mio padre è un pastore di Orune. Non pagano agnelli, latte, lana. Cosa facciamo?», c’era scritto nel cartello appeso al collo di un bimbo di undici anni che, insieme con gli studenti, ha aperto il corteo. «In questo territorio non possono morire anche i pastori – aggiunge Roberto Moro, artigiano – . Hanno già chiuso tante attività produttive, se muoiono loro, moriamo tutti. E ci sarà il deserto».

E LA PROTESTA ARRIVA anche a Roma. «Siamo qui perché vogliamo delle risposte», dicono i pastori sardi scesi in piazza ieri mattina a Montecitorio per una manifestazione promossa da Coldiretti. «Il prezzo giusto deve essere almeno un euro al litro», aggiungono. «In Sardegna – spiega Battista Cualbu, pastore e presidente di Coldiretti Sardegna – stiamo vivendo una situazione drammatica. Non avremmo mai voluto fare atti estremi. La protesta nasce dal cuore e a volte bisogna arrivare a gesti forti per sensibilizzare tutti. In molti il latte lo stanno danno in beneficenza. Per stare con i pastori bisogna farlo con i fatti, comprando i nostri prodotti e non facendo attrarsi dai bassi prezzi e da prodotti che magari vengono da fuori». «Lunedì – ricorda Cualbu – abbiamo incontrato il presidente del Consiglio Conte in Sardegna. Il premier ha proposto un tavolo di trattativa per il 21 febbraio. E per noi va bene, ma servono risposte concrete. Facciamo un appello a tutta la politica. Non possono venire a fare vetrina in Sardegna. Servono risposte. Vogliamo atti concreti dalla politica. Sono a rischio le nostre aziende e le nostre vite».

I PASTORI A ROMA hanno incontrato il vicepremier Matteo Salvini. Interventi di sostegno agli allevatori per le perdite economiche legate ai bassi prezzi e la sospensione delle attività del Consorzio di tutela del pecorino romano finalizzata all’approvazione di un nuovo piano di produzione: questi sono gli impegni presi da Salvini con la delegazione dei pastori nell’incontro al Viminale, al quale ha partecipato anche il sottosegretario all’Agricoltura Franco Manzato. «Il pacchetto di iniziative – dice Salvini – servirà a rasserenare il clima sull’isola». «Lavoro – ha aggiunto – per una soluzione entro 48 ore, per restituire dignità e lavoro ai sardi. Ho convocato un nuovo tavolo al Viminale per giovedì 14 febbraio alle 15, al quale parteciperanno associazioni di categoria, governo e produttori».

UNA MOSSA, quella del ministro degli interni, che prende in contropiede Conte. Il tavolo convocato dal premier è per il 21; quello di Salvini per il 14. Il vicepremier promette di fare prima lui a sciogliere il nodo del prezzo del latte. Un bell’esempio di armonia all’interno del governo gialloverde.

Intanto in Sardegna la protesta prosegue. Anche ieri in diversi comuni dell’isola i pastori hanno versato il latte nelle strade. Molti anche i blocchi stradali. Nessuno stop, quindi, nessuna tregua: i pastori continuano con blitz e presidi. La proposta del ministro dell’agricoltura Centinaio di sospendere la protesta sino al 21 febbraio, data del tavolo di trattativa da Conte, non sarà presa in considerazione. «In realtà, nell’incontro di Conte con noi – spiega Felice Floris, leader del Movimento dei pastori sardi – questa proposta non è stata nemmeno riferita. Noi vogliamo fatti. E, anzi, vorremmo che la situazione fosse risolta ben prima del 21, perché ogni giorno è prezioso. Abbiamo ascoltato, speriamo che si trovi una soluzione. Ma i pastori voglio risposte concrete».