Il «mistero» (si fa per dire), o meglio, il pasticcio dell’Imu si infittisce: sono aumentati infatti i comuni che vedranno un aggravio per i contribuenti, rispetto ai 600 individuati due giorni fa, quando è scoppiata la protesta guidata dai sindaci di Milano, Giuliano Pisapia, e di Torino, Piero Fassino. Il decreto del governo prevede infatti che a pagare la differenza tra l’aliquota base decisa dallo Stato e quella aumentata, fissata dalle amministrazioni locali, non debbano essere solo i comuni che hanno deciso l’incremento nel 2013, ma anche chi lo aveva fatto nel 2012. Quindi da 600, i centri colpiti dalla «micro-Imu» sarebbero già lievitati fino a 2700.

Peraltro, nonostante questo chiarimento arrivato ieri, non è neppure possibile al momento stilare una lista definitiva delle amministrazioni interessate: i comuni hanno infatti tempo fino al 9 dicembre per aumentare l’aliquota.

A pagare la differenza tra l’aliquota base e quella aumentata, però, non sarà per intero il cittadino: anche se certamente l’aggravio non sarà basso (si parla di medie di 40-60 euro, fino a punte di 100), dovrà saldare entro il 16 gennaio (e come si sa, a cavallo del nuovo anno le scadenze sono già tante e le finanze sempre insufficienti), ma soprattutto si conferma che anche la promessa di eliminare del tutto l’Imu di quest’anno (misura tra l’altro contestata, quando sarebbe stato meglio fare altri interventi) non è altro che una «balla spaziale». In ogni caso, al singolo contribuente toccherà pagare il 40% della differenza, mentre lo Stato copre il 60%.

Lo Stato, a questo fine, eroga un contributo complessivo di 348,5 milioni di euro. Sarà un decreto ministeriale da emanare entro il 28 febbraio 2014, sentita la conferenza Stato-Città e autonomie locali, a stabilire a conguaglio il contributo da assegnare a ciascun comune sulla base di una metodologia concordata con l’Anci. Nel caso in cui a un comune dovessero essere assegnate risorse superiori a quelle effettivamente risultanti applicando aliquote e detrazioni decise per il 2013, l’amministrazione dovrà comunque utilizzare l’eccedenza per alleggerire il carico fiscale sugli stessi immobili per l’anno 2014.

La tassa sulla casa, come si vede, continua a far discutere. Questo «colpo di coda» dell’Imu, emerso solo adesso, tra l’altro dà materiale a Forza Italia per attaccare con ancor più vigore il governo e gli ex alleati oggi nell’Ncd di Angelino Alfano: «Alla luce della beffa per il 2013 (non tutte le prime case esentate, e non tutto il settore agricolo salvo), e soprattutto alla luce del maxi-imbroglio del 2014, con la prima casa travolta dalla Tasi (che ripropone pari pari l’Imu sotto falso nome), si deduce che Alfano scherzasse quando prometteva agli elettori la cancellazione della tassa sulla prima casa. Basta saperlo…», dice Daniele Capezzone.

Il Nuovo centrodestra risponde con Fabrizio Cicchitto: «Ci impegniamo a evitare aumenti surrettizi dell’Imu», assicura. All’attacco anche Matteo Renzi, nell’ultima settimana di campagna per le primarie Pd: «Giudizio negativo sulle ultime vicende – dice – Ma per fortuna quando ci dicevano “alzate l’aliquota che tanto poi restituiamo tutto”, noi non ci siamo fidati, e per Firenze non cambia nulla».