Papa Bergoglio lascia l’Ecuador e oggi, a metà pomeriggio, atterra in Bolivia. Inizia così la sua seconda tappa del viaggio di 9 giorni in tre stati latinoamericani che si conclude in Paraguay il 12. Un’agenda piena, tesa a riaffermare i valori tradizionali della chiesa – a partire dalla famiglia – ma anche a ribadire temi di forte denuncia, e di forte presa in un continente attratto dal «socialismo del XXI secolo»: dalla lotta alla povertà e per la cittadinanza dei senza-diritti alla denuncia contro lo strapotere del denaro, dal furto delle terre ad opera delle grandi multinazionali alla difesa dell’ambiente, codificata nella recente Enciclica. E persino al “femminismo”.
In un recente discorso, Bergoglio ha usato parole efficaci per denunciare «l’uomo che vuol sempre dominare». Ha bacchettato il «maschilismo di Adamo» che ha fatto «una brutta figura quando Dio gli chiese perché aveva mangiato la mela e lui rispose che gliel’aveva data Eva: la colpa è sempre della donna, povera donna», ha detto. E ancora: «Perché si dà per scontato che le donne debbano guadagnare meno degli uomini? La disparità fra i sessi è un puro scandalo».

In Ecuador, sempre accolto da una folla da stadio, Bergoglio ha concesso selfie e scherzato con i bambini, ha pronunciato omelie contro la disuguaglianza e l’esclusione sociale, ha lasciato che si parlasse molto del suo incontro con un vecchio parroco – l’amico Paquito. E’ stato però anche attento alla diplomazia, nonostante le sollecitazioni delle destre di opposizione affinché le appoggiasse contro il cattolicissimo Correa e la sua revolucion ciudadana. Da Miami si è fatta sentire la Sociedad Interamericana de Prensa (Sip) per chiedere a Bergoglio di intervenire contro «la sistematica violazione alla libertà di espressione» di cui sarebbe responsabile il governo ecuadoriano. Forti anche le pressioni sui vescovi da parte delle oligarchie, che da un mese portano violentemente in piazza l’opposizione a un testo di legge che avrebbe consentito di tassare l’eredità delle grandi fortune e che comunque è stato sospeso.

Bergoglio si è invece limitato a un canonico appello al «dialogo senza esclusione» richiamando anzi «il messaggio evangelico» che invita a prestare attenzione «ai fratelli più fragili e alle minoranze più vulnerabili nei confronti delle quali resta in debito l’America latina». Ha ringraziato Correa e ha avuto con lui un incontro a porte chiuse.

Anche a La Paz l’opposizione al governo di Evo Morales è sul piede di guerra. Alcune organizzazioni di categoria, indigenisti radicali e alcune femministe (anche Morales si è dichiarato contrario all’aborto) hanno organizzato proteste. Giorni fa, il presidente ha chiesto alle organizzazioni sociali che lo contestano di non usare la visita dal papa per «operare ricatti». A soffiare sul fuoco, anche quella parte della chiesa che ha sempre fatto la guerra a Morales, come il cardinale Julio Terrazas Sandoval, arcivescovo emerito di Santa Cruz, che ha recentemente accusato il governo di non accettare «critiche e obiezioni». A Bergoglio il compito di ritessere il dialogo.

Ad accogliere il papa a La Paz vi saranno anche 20 cocaleros di Cochabamba, che offriranno pasta di coca, mentre i produttori di quinua porteranno ostie a base del cereale, prima negletto e ormai rinomato a livello internazionale: ostie rosse, bianche e nere. Accompagnato da almeno 15.000 giovani volontari che si occuperanno di assistere i fedeli, il papa sarà domani al secondo incontro mondiale dei movimenti sociali, che si svolge a Santa Cruz. Il primo si è tenuto mesi fa in Vaticano sui temi dei diritti e della sovranità. Il secondo è iniziato ieri con la presenza di Evo Morales, che domani riceverà le proposte dei movimenti insieme a Bergoglio. Per l’occasione, il papa terrà un discorso di 20 minuti agli oltre 1.500 delegati dei cinque continenti.

Ieri, i movimenti hanno discusso il tema «La lotta per la Madre terra e il contributo dell’Enciclica Laudato si’». Oggi, si discute di «Lavoro: dall’esclusione all’organizzazione popolare dei lavoratori», di «Diritto al lavoro, lavoro con diritti» e di «Economia popolare e organizzazione comunitaria e esclusione sociale». Giovedì, si affronterà il tema «Pace, sovranità e integrazione dei popoli».