Un musicista, al centro della scena, al pianoforte. Sette danzatori che si rivelano nella foga del gesto, il canto, la parola. Sette necessità dichiarate a voce alta, proclami sul corpo e il movimento, il desiderio e il sentimento. E il Bach della Passione secondo Matteo e della Passacaglia in do minore, abbracciato voracemente dalla danza che si scuote su un pavimento cosparso di sabbia.

Questi gli elementi di Passione, creazione di Emio Greco e Pieter C. Scholten per il Ballet National de Marseille, compagnia che i due artisti dirigono dal 2014, e terzo titolo di danza di RomaEuropa Festival 2016, andato in scena al Teatro Argentina e di ritorno in Italia il 3 dicembre al Teatro Comunale di Ferrara.
Emio Greco, italiano, e Pieter C. Scholten, olandese, lavorano insieme da vent’anni. Amsterdam è la città dove hanno messo radici, figure cardine dell’International Choreographic Arts Centre, ICKamsterdam. Ricercatori, affiancano all’attività di creazione la riflessione sulla danza, a partire dal manifesto di intenti Le Sette Necessità, pubblicato nel 1996, ancora oggi efficace nel dare fuoco alla voce del corpo.

«Ho bisogno di dirvi che il mio corpo è curioso di tutto e che io sono il mio corpo», esclama il danzatore che apre Passione, artefice di un assolo dove già brilla non solo la fedeltà a una visione della danza che sta tra cervello e movimento, per chiosare il titolo della prima trilogia di spettacoli di Greco e Scholten degli anni Novanta, ma anche l’humus di un lavoro che si interroga su cosa significhi oggi la direzione di un Ballet National per due artisti della contemporaneità.

Lo spettacolo mette in moto un’energia in lotta tra codici e visioni della danza. «Corpi in rivolta», li definisce Greco.
I sette, uomini e donne, sono protagonisti di altrettanti momenti solistici, vortici di movimento in cui non c’è muscolo del corpo che non racconti la molteplicità di ciò che ispira le passioni.

Umanità del singolo i cui conflitti e speranze si riversano in una danza dove il balletto, inteso come patrimonio tecnico di posizionamento e stabilità, è spezzato nei suoi rassicuranti borders dai flussi dinamici su cui lavorano Greco e Scholten, legati a concetti come breathing, jumping, expanding, reducing, transfer e dal rapporto focoso con la musica arrangiata per lo spettacolo da Frank Krawczyk.
Una direzione di lavoro che dà al Ballet National de Marseille la nuova veste di compagnia d’autore. Approfondimenti su Emio Greco e Pieter C. Scholten nel libro Inspiration di Francesca Magnini, Artegrafica 2015.