Un museo pensato per chi torna più e più volte: questo visitatore appassionato potrà usufruire anche di una card di abbonamento annuale che integra Palazzo Barberini con la Galleria Corsini, la specialissima pinacoteca romana in cui la quadreria è ancora allestita secondo il «disegno» dell’inventario redatto nel 1770.

IL SEICENTO RICREATO nei dipinti dai tempi di Urbano VIII e il Settecento propagandato da Neri Corsini s’intrecciano e incontrano in un percorso che forma un piccolo arcipelago culturale a tema dentro la capitale, unendo le due Gallerie nazionali d’arte antica – Barberini e Corsini appunto – istituzioni divenute autonome con la riforma Mibact e dal 2015 timonate dalla direttrice Flaminia Gennari Sartori. Che punta soprattutto a uno svecchiamento del museo concepito come «pagina già scritta» per reimmaginare le sue sale con allestimenti che favoriscano esperienze e, innanzitutto, una idea di ritrovo. Museo quindi come spazio di narrazione, luogo dove riaffiorano storie del passato e del presente.

VA IN QUESTA DIREZIONE anche il rilancio della musica e dei concerti all’interno di Palazzo Barberini (in collaborazione con la Discoteca di stato), che in un’epoca lontana aveva avuto un ruolo di committenza in campo sonoro – per l’ouverture della stagione nuova, ieri si è esibito Danilo Rea.

CI VORRÀ ANCORA UN ANNO e qualche mese per mettere a fuoco le novità presentate ieri dallo staff del museo e dal ministro Franceschini (che ha sottolineato ancora l’incremento degli incassi per tenere a bada letture diverse dei dati: «le domeniche gratuite hanno rafforzato la consuetudine all’arte e l’aumento degli introiti può leggersi come un’abitudine acquisita in cui le famiglie fanno rientrare la cultura»).

palazzo corsini
Palazzo Corsini

 

Ma quale sarebbe il programma di rilancio delle due gallerie nazionali d’arte antica? In sintesi: dopo un potenziamento digitale che abbraccia sito, logo e social network, Palazzo Barberini accoglierà i visitatori in una sala multimediale in cui si snocciolerà l’affascinante genealogia dell’edificio; con il finanziamento Cipe di nove milioni di euro verranno completati i lavori di restauro e si realizzeranno una caffetteria e un bookshop. Nel frattempo, si sta ultimando la riacquisizione della porzione di palazzo occupata dagli ufficiali. Si tratta di 700 mq di un piano nobile che si affaccia sul giardino: serviranno per riallestire parte della collezione, con la conseguente revisione del percorso espositivo (per fortuna, anche perché nelle didascalie dei dipinti a parete manca sempre la data di realizzazione, rendendo impervio a studiosi – ma anche a turisti – un itinerario il più possibile ragionato). Insieme, le due gallerie Barberini e Corsini «racconteranno come si vedevano le opere dal Barocco fino ad oggi», spiega Flaminia Gennari Sartori, storica dell’arte che ha lavorato molto all’estero, principalmente in America.

IL LAVORO NON È SEMPLICE: in quei luoghi eccezionali rimane la carenza di personale che affligge il settore della guardiania, costringendo all’apertura di alcune sale «a tempo».
Intanto, in linea con la volontà di valorizzare soprattutto le collezioni dei musei con riallestimenti e proposte di confronti, si inaugurano a Palazzo Barberini due mostre: Batoni, i Rezzonico e il ritratto d’occasione (fino al 23 aprile), una rassegna che gira intorno al ritratto del principe Abbondio Rezzonico del 1766 di Pompeo Batoni, recentemente acquisito dal Mibact, e Mediterraneo in chiaroscuro. Ribera, Stomer e Mattia Preti da Malta a Roma (fino al 21 maggio) che offre in visione diversi capolavori caravaggeschi della raccolta del Muza, il museo con sede a La Valletta. In aprile, alla galleria Corsini si terrà invece un omaggio a Daniele da Volterra, a cura di Barbara Agosti.