In piena notte, tra mercoledì e giovedì, le commissioni riunite Affari costituzionali e Bilancio hanno approvano il bonus psicologo. «Si va in aula alla Camera. Un passo avanti decisivo» ha poi scritto su Twitter il dem Filippo Sensi, primo firmatario dell’emendamento, con l’intero Pd ieri a rivendicare la misura come una vittoria del partito. Seguito a ruota dai 5S: «Grazie anche al Movimento è arrivato l’ok delle commissioni» il post del deputato Francesco D’Uva.

La norma prevede uno stanziamento di venti milioni per il 2022. Dieci milioni per rafforzare i servizi di neuropsichiatria per infanzia e adolescenza, potenziando l’assistenza ospedaliera in area pediatrica, l’assistenza territoriale e semiresidenziale; per l’assistenza sociosanitaria delle persone con disturbi mentali; l’assistenza psicologica individuale e collettiva anche per chi non ha una diagnosi di disturbi mentali, per chi ha una situazione di disagio psicologico, depressione, ansia, trauma da stress. Con l’altra metà del fondo, viste anche le sofferenze socioeconomiche e psicologiche indotte dalla pandemia, le regioni potranno erogare un contributo per sostenere le spese delle sessioni di psicoterapia presso professionisti iscritti all’albo per un importo massimo di 600 euro a persona.

Nella relazione tecnica si indica una tariffa minima per una seduta di 50 euro, quindi il rimborso coprirà circa 12 sedute. Si potrà accedere al bonus con un Isee inferiore ai 50mila euro e il sostegno sarà parametrato alle diverse fasce. La stima è che potrà interessare circa 16mila persone. Il Codacons mette in evidenza: «È una misura spot che non aiuterà chi, a causa del Covid, necessita di un concreto e duraturo sostegno. I fondi appaiono del tutto insufficienti, il tetto Isee è troppo elevato e inserirà nella platea dei beneficiari anche soggetti che possono sostenere in modo autonomo le spese psicologiche. Senza contare i possibili rincari delle tariffe, come avvenuto per altri bonus».

Armando Cozzuto, presidente dell’Ordine degli psicologi della Campania: «Lo stanziamento è davvero esiguo e non rappresenta una soluzione. Il governo dovrebbe intervenire in modo strutturale per garantire l’assistenza psicologica gratuita a tutti i cittadini come previsto dai nuovi Livelli essenziali di assistenza, soprattutto a coloro che si trovano in condizioni di svantaggio socio economico. Cosa che stiamo facendo in Campania, prima regione a istituire il servizio di psicologia di base, per avere quantomeno uno psicologo in ogni distretto sanitario o nelle case di comunità. È necessario potenziare l’assunzione di psicologi nel Servizio sanitario nazionale».

Fabrizio Starace, presidente della Società italiana di epidemiologia psichiatrica e membro del Tavolo sulla salute mentale presso il ministero: «Il segnale che viene dato è importante. C’è necessità di un impegno in termini di investimento molto consistente sul tema salute mentale. I servizi da almeno 10 anni subiscono un lento e progressivo depauperamento di pari passo al definanziamento della sanità pubblica. Venti anni fa è stato fissato il parametro del 5% dell’intera spesa per il Ssn da destinare alla salute mentale, oggi siamo al di sotto del 3,5%. I paesi con cui ci confrontiamo sono intorno al 10%. È necessario riaprire la questione con un piano di rilancio attraverso il rafforzamento dei servizi, il reclutamento di professionisti e la loro appropriata formazione sui temi della salute mentale di comunità».

E ancora: «Nell’ultimo anno e mezzo sono state varate una serie di misure dedicate a presìdi psicologici nelle scuole, lotta al cyberbullismo, a favore delle persone con disturbi dello spettro autistico, contrasto ai disturbi alimentari, sostegno a giovani e adolescenti. Se le mettessimo insieme arriveremmo ben oltre i 10 milioni ma non sono introdotte in un quadro complessivo e rischiano di rappresentare l’esito della pressione selettiva di specifici stakeholder o gruppi professionali. C’è invece bisogno di un quadro organico che definisca obiettivi e priorità». Rispetto all’utilizzo dei voucher per sedute da professionisti: «La fruizione del bonus per trattamenti psicoterapici dovrà essere improntata a criteri di efficacia e secondo modalità definite dal regolamento; la prescrizione dovrà essere fatta dal medico di famiglia o da uno psichiatra o uno psicologo dei servizi pubblici, come per tutte le altre prestazioni sanitarie, dando la possibilità di affidarsi a un terapista accreditato laddove i servizi non siano in grado di soddisfare le richieste».