Matteo Salvini come al solito prova a sminuire. Dopo un giorno e mezzo di attacchi da parte delle opposizioni, ma anche del mondo cattolico, che chiedono le dimissioni del suo spin doctor Luca Morini, il ministro degli Interni prova a far finta di niente e liquida quelle che lo riguardano come «polemiche inutili». «Questa mattina ho pubblicato la foto di tre peluche che porto in gita a Campiglio con mia figlia e hanno polemizzato anche sui peluche», dice parlando in televisione da Pinzolo, dove si trova per una manifestazione della Lega. «Se la sinistra si attacca alle foto per polemizzare, vuol dire che stiamo lavorando bene».

Salvini minimizza, ma non sono stati certo tre orsetti di peluche a suscitare scandalo anche sul web. Con un tempismo perfetto, Morini ha infatti scelto il giorno di Pasqua per pubblicare su Facebook una fotografia che ha tutta l’aria di rappresentare una minaccia verso quanti si oppongono al titolare del Viminale. C’è il ministro circondato da poliziotti e intento a osservare con attenzione un mitra che tiene tra le mani. Peggio della foto la didascalia che l’accompagna, scritta dallo stesso Morini: «Vi siete accorti che fanno di tutto per gettare fango sulla Lega? Si avvicinano le Europee e se ne inventeranno di ogni tipo per fermare il capitano. Ma noi siamo armati e dotati di elmetto».

Se c’era dell’ironia nessuno l’ha colta, tanto più perché subito dopo l’immagine del ministro con il mitra dallo Sri Lanka arrivano quelle, ben più serie e drammatiche, degli attentati. «Morisi decide di minacciare l’opposizione con un’immagine che lascia poco all’immaginazione» commenta Roberto Saviano, tra i primi a reagire. «Morisi è una persona pericolosa, ma di questo pericolo dovrebbe occuparsi il suo datore di lavoro. Difficilmente lo farà».

Sono sei anni che Luca Morisi si occupa della comunicazione del segretario del Carroccio, che ha seguito al Viminale come responsabile della comunicazione. A lui di deve il soprannome di «Capitano» per il leader leghista, ma anche l’invenzione dell’hashtag #iocomplicediSalvini quando il ministro ricevette dalla procura di Palermo un avviso di garanzia per il caso della nave Diciotti. L’immagine con il mitra sembra pensata però più che altro per distrarre l’attenzione dell’opinione pubblica dai continui litigi con i soci grillini di governo, ma soprattutto dall’inchiesta che coinvolge il sottosegretario alle Infrastrutture, il leghista Armando Siri. Comunque sia sono in moli a chiedere a Salvini di prendere le distanze da Morisi e di allontanarlo: «Il ministro dell’Interno non può permettere che oggi si istighi alla violenza, specie sui social», attacca l’europarlamentare dem Pina Picierno , mentre per il compagno di partito Michele Anzaldi l’immagine del ministro con il mitra «ricorda quella di Saddam Hussein».

Per Nicola Fratoianni de La Sinistra, quello lanciato da Morisi è «un messaggio minaccioso, pericoloso, istigatore di possibili future violenze», motivo per cui il responsabile della comunicazione andrebbe allontanato. Ma critiche, e pesanti, arrivano anche dal mondo cattolico e in particolare da quella parte alla quale Salvini come Giorgia Meloni meno di un mese hanno strizzato l’occhio a Verona durante il World families congress. «Ho letto il vicepremier e la presidente di Fratelli d’Italia avere parole per i morti in Sri Lanka. Erano parole che però lasciavano trasparire ipocrisie di fondo», dice infatti Mario Adinolfi, il presidente di Popolo della Famiglia. «Contestualmente Salvini si faceva ritrarre con un mitra imbracciato, nella foto pubblicata da Luca Morisi, mentre la Meloni ufficializzava la candidatura nelle sue liste alle Europee di un noto produttore di armi, anche pesanti. Se si sta con la lobby delle armi, non si sta con il Vangelo, cari Salvini e Meloni».