Sono stati 10.407 (quasi 9mila in meno del giorno precedente) i positivi al tampone per il Coronavirus ieri in Italia, le vittime solo 261. Ma sono dati che riflettono il forte calo di test effettuati: dai 152.334 di venerdì siamo passati a 81.285 di ieri. Il tasso di positività è stato del 12,8%, in aumento rispetto al 12,5% di venerdì.

In totale da inizio epidemia i contagiati sono arrivati a 2.038.759, le vittime 71.620. Gli attualmente positivi sono 580.941 (più 1.055 sul giorno precedente), i dimessi e guariti 1.386.198 (più 9.089), in isolamento domiciliare ci sono 555.055 persone (più 1.155). Mancano però all’appello i dati della provincia autonoma di Bolzano. In calo di due unità i pazienti in terapia intensiva per il Covid-19 in Italia, gli ingressi giornalieri in rianimazione sono stati 135. I ricoverati in terapia intensiva in totale sono 2.582, nei reparti ordinari 23.304 (meno 98 unità). Le regioni con il maggior numero di tamponi positivi ieri sono state Veneto (2.523), Emilia Romagna (1.756), Lombardia (1.606) e Lazio (1.123).

PROPRIO IN VENETO, la vigilia di Natale, l’Istituto Zooprofilattico delle Venezie ha individuato tre campioni di pazienti (due donne e un uomo) positivi al Covid-19 con la variante inglese, tutti rientravano dal Regno unito. Nella regione da novembre sono state trovate otto diverse variazioni del Sars Cov2 (due delle quali mai riscontrate in Italia quindi, presumibilmente, tipiche del territorio). Antonia Ricci, direttrice dell’istituto Zooprofilattico, ieri ha spiegato: «Abbiamo trovato varianti, ad oggi in singoli casi, non presenti altrove, anche queste caratterizzate da alta contagiosità. Un fattore, quindi, che potrebbe spiegare l’elevato numero di casi visto in questa regione. Sicuramente possiamo affermare che la seconda ondata è caratterizzata da tipi di virus diversi. I virus di questa estate non li abbiamo più visti».

IL CEPPO INGLESE DEL COVID-19 è stato trovato per la prima volta in Italia nelle Marche, a Loreto, prima di Natale ma nuovi casi sono stati rilevati in altri territori: un uomo nel varesotto e due a Pavia, in Lombardia; due pazienti pugliesi di rientro dall’Inghilterra; un paziente della provincia di Chieti, in Abruzzo. Infine a Napoli sono stati isolati sei casi di passeggeri rientrati da Londra, controllati nei giorni scorsi nell’aeroporto di Capodichino prima della sospensione dei voli. Da oggi però si dovrebbe cambiare passo, con una speranza di uscita dalla pandemia. È cominciata infatti la corsa a vaccinare l’Europa per bloccare finalmente la circolazione della malattia.

IN ITALIA LE PRIME DOSI sono giunte ieri a Roma, allo Spallanzani, dove il 30 gennaio furono individuati i primi due casi di Coronavirus: il furgone con le 9.750 dosi del farmaco Pfizer-Biontech proveniente dal Belgio, scortato dai carabinieri, è arrivato intorno alle 11.30. Il premier Giuseppe Conte ha celebrato il V-day sui social con un grazie «al ministro Roberto Speranza, alla struttura commissariale di Domenico Arcuri, alle forze armate e a tutti gli operatori sanitari». Una parte della fornitura sarà trasportata a Pratica di Mare, l’hub nazionale, dove cinque aerei delle forze armante li trasporteranno nelle mete più lontane. Saranno invece i mezzi dell’esercito, dotati di celle frigo, a consegnare il resto dei vaccini in tutti gli altri punti di somministrazione.

IN LOMBARDIA la fornitura più consistente: 1.620 dosi suddivise in 324 fiale, tra le prime a vaccinarsi oggi un’infermiera del reparto di rianimazione dell’ospedale di Codogno, lo stesso dove fu individuato a febbraio «il paziente uno». La somministrazione avverrà nella stessa stanza dove l’anestesista Annalisa Malara, forzando il protocollo, ottenne di sottoporlo al tampone. Subito dopo, per consistenza della fornitura, c’è l’Emilia Romagna con 975 dosi quindi il Lazio (955), il Piemonte (910) e il Veneto (875), la regione più in difficoltà in questa seconda fase. Nel Lazio, tra le prime a vaccinarsi oggi, Maria Rosaria Capobianchi, direttrice del laboratorio di Virologia dello Spallanzani: una delle ricercatrici che isolò il virus. In Campania la somministrazione verrà effettuata a 700 tra medici, infermieri e operatori sociosanitari. Il governatore De Luca ha più volte protestato per la quantità di dosi ricevuta dalla terza regione per popolazione (ma che ha subito il maggior taglio di operatori sanitari in Italia).

LA CAMPAGNA VERA E PROPRIA inizierà domani: secondo i piani del governo e del commissario Arcuri, dovrebbero arrivare tra le 420mila e le 450mila dosi a settimana del farmaco Pfizer, che verranno distribuiti direttamente dalla casa farmaceutica nei 294 punti di somministrazione individuati dalle regioni. L’obiettivo è vaccinare tutto il personale sanitario (1,4 milioni di persone) e i 570mila tra personale e ospiti delle Rsa. All’inizio di gennaio dovrebbe arrivare dall’Ema il via libera per il vaccino di Moderna e, a seguire, gli altri. L’Italia ha previsto di avere nel primo trimestre del 2021 oltre 28 milioni di dosi: 8,7 di Pfizer, 1,3 di Moderna, 2 di Curevac e 16,1 di Astra Zeneca. Dosi che saranno sempre i militari a distribuire nei 1.500 punti di somministrazione, che saranno realizzati anche nei gazebo dislocati nella piazza italiane.