La carriera musicale di Nicola Campogrande trova compimento su due distinti binari: da una parte vi è la composizione che ne fa uno dei musicisti italiani con un catalogo tra i più vasti e eseguiti a livello internazionale; dall’altra un’incessante e altrettanta prolifica attività divulgativa editoriale, televisiva e radiofonica che l’ha portato a scrivere alcuni long-sellers come Occhio alle orecchie. Come ascoltare musica classica e vivere felici e 100 brani di musica classica da ascoltare una volta nella vita. In mezzo a tutto questo vi è anche la direzione artistica di MiTo e docenze varie. Ma, è sulla scia  dei suoi libri più venduti che Campogrande indirizza la sua ultima pubblicazione, uscita in digitale nei giorni del lockdown: Le partiture sono ricette di cucina. Venti dischi che stanno riscrivendo la storia della musica (Ponte alle Grazie). Giocando sulla forma dei dischi (immagine vetusta visti gli sviluppi del digitale), Campogrande impiatta venti «ricette» interpretative che – a suo esclusivo avviso – stanno cambiando l’ascolto della musica classica. Da Bach si spinge fino al 900 di Orff e Stravinskij, pigiando l’acceleratore sugli esecutori come Currentzis o l’italiano Cabassi.