Altri sei mesi di cassa integrazione in deroga (giugno-dicembre 2014) per gli operai della Irisbus di Avellino, lo stabilimento che produceva autobus per la Fiat chiuso dal Lingotto il 31 dicembre 2011. L’accordo è stato raggiunto martedì in regione Campania ma la partita decisiva si giocherà a Roma, al ministero dello Sviluppo economico, il 28 maggio quando si decideranno i contorni del nuovo polo dell’autotrasporto.

Intanto, degli originari 685 dipendenti ne sono rimasti 296: un centinaio di quadri sono stati dislocati nella galassia Fiat; gli altri sono finiti con gli esodati verso un accidentato accompagnamento alla pensione. Le piccole imprese dell’indotto hanno chiuso, quelle di maggiori dimensioni hanno ridotto della metà il personale. «In tre anni di lotta – spiega Silvia Curcio, Rsu Fiom della Irisbus – sono cambiati quattro governi, nessuno finora in grado di assumersi la responsabilità di guidare la vertenza verso la soluzione».

Il 30 aprile era la data fissata per decidere il futuro della fabbrica irpina di Flumeri, un destino che incrocia quello della Menarinibus di Bologna, gruppo Finmeccanica. Le indecisioni della politica avevano prodotto lo slittamento al 19 maggio, troppo a ridosso delle elezioni europee, così tutto rimandato di una decina di giorni.

«L’impressione – spiegano gli operai – è che si voglia attendere l’esito delle urne, vedere se il governo Renzi ne esce rafforzato. Se dovesse andare male, e si aprisse una nuova fase di instabilità, diventerebbe più difficile chiudere accordi con partner privati». Al tavolo della trattativa al ministero dello Sviluppo, il 28 maggio, infatti, si dovrebbero sedere accanto agli ex proprietari della Cnh Industrial della Fiat anche i rappresentanti di Finmeccanica, Bredamenarini, King Long e Fin Sita.

Il polo dell’autotrasporto dovrebbe includere in tutto 500 dipendenti, tra Flumeri e Bologna, produrre pullman per il pubblico e i privati attraverso una newco in cui entrerebbe la stessa Finmeccanica e due soci privati: la King Long Italia (maggior azionista Stefano Del Rosso), la prima azienda a introdurre in Europa i bus prodotti in Cina, e la Fin Sita di Luciano Vinella, una holding al cui interno c’è la Sita, compagnia del trasporto locale con molti appalti al sud, anche se è ai ferri cortissimi con l’amministrazione regionale campana.

«Oggi si insedia ufficialmente il nuovo ad di Finmeccanica Mauro Moretti – conclude la Rsu Fiom Silvia Curcio – Ci hanno detto che nella newco le quote del colosso pubblico dovrebbero essere solo del 20% e questo non ci rassicura. Vogliamo una presenza più ampia perché non vorremmo ritrovarci tra qualche anno di nuovo al ministero a discutere del nostro futuro. Vogliamo impegni per un reale sviluppo».

Tra gli operai c’è ottimismo ma anche molta cautela. Al ministero dello Sviluppo economico si dicono convinti che la fabbrica avellinese possa riaprire in autunno ma a Flumeri le linee sono state smantellate, nei capannoni restano alcuni macchinari ma, tra appuntamenti rimandati, passaggi proprietari e la produzione da riorganizzare, la ripartenza a ottobre sembra una promessa da campagna elettorale permanente.