Il cibo che cambia il mondo è il protagonista del secondo corso del programma annuale di «Casacomune», la Scuola di formazione scientifica, di dialogo culturale e incontro sociale del Gruppo Abele. Un seminario residenziale di tre giorni, in programma da venerdì 12 a domenica 14 aprile, ad Avigliana (To), nella splendida struttura della Certosa 1515, dedicato ad approfondire il percorso del cibo, a trecentosessanta gradi: si parlerà di semi e della «scala» di distribuzione (dalla Pdo, piccola distribuzione organizzata, alla Gdo), dell’impatto del cambiamento climatico a delle nuove povertà; dei pericoli – e dei veleni – che il cibo e l’uomo possono incontrare nei processi produttivi ma anche delle opportunità di lavoro buono, di vita, di salute; di colture e culture; di acqua e gas climalteranti. Infine, si affronterà il significato del cibo nelle diverse religioni. Cibo che offrirà, ai partecipanti al corso, un’occasione di relazione, nei momenti dedicati ai pasti comuni presso la Certosa 1515.

FEDELE ALL’INVITO DELL’ENCICLICA Laudato si’ di Papa Francesco, che chiede di far dialogare il linguaggio tecnico-scientifico e quello sociale e antropologico, per un ripensamento della relazione tra l’uomo e l’ambiente, questo secondo corso di «Casacomune» è aperto a tutte le persone che intendono stabilire una relazione di rispetto e reciprocità con la terra, il cibo e la natura. Il corso è destinato, in particolare, a chi si occupa di cibo e di agricoltura nelle economie che ne derivano, (alla produzione alla trasformazione, fino alla sua distribuzione), a tutti coloro che sono attenti alla salute della terra, della persona, degli animali e di tutto il mondo vivente. Verranno offerti strumenti ai cittadini attenti alle conseguenze delle diverse modalità di produzione dal punto di vista ambientale, economico e etico: «Casacomune» è scuola e azioni, e quindi il programma prevede l’analisi di pratiche replicabili, grazie alla presenza di testimoni e protagonisti di esperienze innovative che hanno saputo costruire modelli di trasformazione socio-economica nel segno dell’ecologia integrale.

COME ARVAIA, UN’AZIENDA AGRICOLA cooperativa fondata nel 2013 a Bologna da un gruppo di cittadini decisi a produrre il proprio cibo. Hanno iniziato coltivando circa 3 ettari ad ortaggi, una piccola parte dell’area agricola di Villa Bernaroli, alle porte di Bologna, nella zona di Casteldebole, poi nel 2015 hanno vinto il bando del Comune di Bologna che assegnava in gestione l’intera area, di circa 47 ettari. «Su questi terreni, per i quali abbiamo un contratto di 25 anni e paghiamo l’affitto al Comune di Bologna, abbiamo cominciato a coltivare legumi e cereali nel 2016 e all’inizio del 2017 impiantato il primo nucleo del futuro frutteto» spiegano i soci di Arvaia, che è un esempio di Community Supported Agricolture (Csa). La produzione è finanziata dai soci fruitori con il versamento di una quota annuale, che garantisce la consegna settimanale, per 49 settimane all’anno, dei prodotti freschi attraverso 8 punti di distribuzione sparsi per la città. Nell’anno agricolo 2017-2018 Arvaia ha coltivato, e distribuito ai 193 soci, 585 quintali di ortaggi biologici. Ad Avigliana arriverà il presidente, Alberto Veronesi. Oltre ad Arvaia, ci sarà anche la testimonianza di Rosalia Caimo Duc: la rivoluzione della sua azienda agricola Terre di Lomellina, situata all’interno della Garzaia della Rinalda, nel pavese, è coltivare il riso con metodo biologico e biodinamico.

LO CHEF SIMONE SALVINI porterà il suo credo: «Nella buona cucina il primo ingrediente è sempre l’uomo». Tra il 2005 al 2011 ha lavorato nella cucina del ristorante Joia di Pietro Leemann a Milano, diventandone chef executive ed elaborando piatti vegetariani siglati da una stella Michelin. Quella di Salvini è alta cucina vegetale. Questi sono appena tre dei relatori che si alterneranno durante la tre giorni di «Casacomune». Che aprirà con gli interventi di Lucio Cavazzoni, già presidente Alce Nero, co-fondatore Gruppo Goodland, e don Luigi Ciotti, fondatore Gruppo Abele e presidente di Libera e Casacomune. A seguire Piero Bevilacqua, già docente di Storia all’Università di Roma La Sapienza, editorialista del manifesto e Cinzia Scaffidi, giornalista, docente all’Università delle Scienze gastronomiche di Pollenzo (Cn). Ma anche Yvan Sagnet, presidente dell’associazione No Cap, e Marco Omizzolo, ricercatore Eurispes, per parlare di migrazioni, caporalato e filiere. E poi Vandana Shiva e Mariachiara Giorda, storica delle religioni dell’Università Roma Tre. Ci sarà Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, e – a coordinare i lavori – Mirta Da Pra Pocchiesa, giornalista e fondatrice di Casacomune.