Poche ore prima dell’inizio del coprifuoco a causa della ripresa dei contagi del Covid, la Francia è stata di nuovo messa di fronte al dramma del terrorismo: un insegnante di storia-geografia di Conflans-Sainte-Honorine, a nord-ovest di Parigi, è stato decapitato verso le ore 17 da un giovane di 18 anni, nato a Mosca nel 2000, sembra di origine cecena.

La polizia ha individuato il ragazzo, ucciso dopo un inseguimento. L’assassino aveva avuto il tempo di pubblicare su twitter il risultato della sua azione, per “vendicare Allah”. Le prime informazioni dicono che il professore aveva spiegato agli allievi il principio della libertà di espressione in Francia, mostrando loro delle immagini delle caricature di Maometto, in un corso circa una settimana fa. In queste settimane ha luogo alla corte d’assise di Parigi il processo per gli attentati del gennaio 2015, quello del 7 gennaio che ha decimato la redazione del settimanale Charlie Hebdo e quello del 9, contro il supermercato IperCacher della Porte de Vincennes.

Emmanuel Macron si è recato sul posto in serata, assieme al ministro dell’Educazione nazionale, Jean-Michel Blanquer e alla sottosegretaria alla cittadinanza, Marlène Schiappa. Il presidente ha incontrato gli insegnanti della scuola media, sotto choc. Il ministro degli Interni, Gérald Darmanin, è rientrato precipitosamente dal Marocco, dove era in vista di stato.

Tutta la classe politica, unanime, ha reagito condannando il crimine. Ma Marine Le Pen afferma che ormai siamo al limite. Jean-Luc Mélenchon ha parlato di “crimine ignobile”. I deputati dell’Assemblée nationale, appena conosciuto l’avvenimento, si sono alzati per rendere omaggio al professore ucciso. Questo ultimo atto rilancia in Francia la polemica sull’islam e sull’integrazione. Charlie Hebdo, in occasione del processo in corso, ha ripubblicato le vignette che nel 2015 erano state la scusa per il massacro della redazione.

A dicembre, ci sarà una legge per fronteggiare i “separatismi”, primo tra tutti quello del radicalismo islamico, che, ha spiegato Emmanuel Macron, colpisce in primo luogo i musulmani di Francia. Il pensiero universalista, che insegna che in Francia sono le persone singole ad integrarsi, non le comunità, ha oggi grandi difficoltà ad essere compreso e accettato.

Con la nuova legge, l’indipendenza delle moschee e degli imam francesi dovrebbe venire maggiormente garantita, senza più dipendenza dall’estero. La legge dovrebbe comprendere anche una parte dedicata all’economia, per cercare di mettere fine ai ghetti urbani, dove prospera la predicazione radicale, presso popolazioni che si sentono escluse e senza futuro.
Charlie Hebdo ha pubblicato ieri sera un testo per denunciare “il fanatismo” e ha sottolineato l’importanza della determinazione politica e dell’appoggio di tutti i cittadini.