Nello scontro tra Italia e Francia finiscono anche i migranti sbarcati il 31 gennaio dalla Sea Watch 3 a Catania. Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, aveva tenuto i naufraghi bloccati 12 giorni sulla nave dell’Ong, il via libera a toccare terra solo dopo un braccio di ferro con i paesi Ue. Molto aspri i toni del leader leghista con la Germania (dove l’Organizzazione ha sede) e con l’Olanda (stato di bandiera). L’altro vicepremier, Luigi Di Maio, aveva attaccato la Francia in quanto stato affacciato sul Mediterraneo e per la sua influenza in Africa: sui social aveva invitato la Sea Watch a fare rotta su Marsiglia. L’accordo era poi arrivato con 8 paesi, incluso i transalpini.

Ieri però il Viminale ha fatto sapere: «La Francia ha cambiato idea e non li vuole più. Parigi ha fatto sapere “prenderemo solo persone che hanno bisogno di protezione e non migranti economici”». Precisando poi che «appoggerà l’Italia per chiedere rimpatri più efficaci in alcuni paesi africani a partire dal Senegal». Al Viminale non è rimasto che «prende atto del fatto che anche i francesi non vogliono clandestini. Ora ci si aspetta da Parigi collaborazione per rimpatriare decine di senegalesi irregolari su suolo italiano». In attesa che le procedure per l’identificazione dei 47 vengano completate, dal Viminale trapela che non ci sarebbero aventi diritto alla protezione. L’Eliseo ha marcato la distanza da Roma attenendosi al Regolamento di Dublino: «L’impegno della Francia sulla Sea Watch è mantenuto», hanno fatto sapere nel pomeriggio.

Salvini dall’Abruzzo ha reagito attaccando: «Faremo a meno della Francia, non dei francesi che sono un popolo stupendo. Chi sta governando ha le idee un po’ confuse. La Francia ha respinto negli ultimi due anni 60mila migranti». Passate un paio d’ore, Salvini ha corretto il tiro invitando ufficialmente a Roma l’omologo transalpino, Cristophe Castaner: «I nostri paesi da sempre condividono solidi rapporti bilaterali, con particolare riferimento ai campi della sicurezza, del terrorismo e dell’immigrazione». Ai giornalisti ha spiegato: «Con garbo chiederò che rispediscano in Italia 15 terroristi e che sull’immigrazione non ci sia un muro di gomma che respinge i migranti a Ventimiglia. La polemica è finita». Castaner però boccia l’offerta: «Non mi faccio convocare. Il dialogo tra noi è costante. È necessario che sia rispettoso».