Può l’installazione di un maxischermo in piazza, per tifare tutti insieme ai Mondiali, suscitare polemiche, diatribe, fiumi di parole? Può se la città si chiama Parigi, dove la ormai defunta Grandeur trova modo di resuscitare nelle piccole cose. In breve: la giunta municipale della città aveva annunciato che non ci sarebbe stato nessun pubblico écran geant (schermo gigante), per tre motivi: la scarsa affluenza di gente registrata durante gli Europei 2010, il costo dell’installazione, la sicurezza.

E a proposito di sicurezza si citavano le violenze dei tifosi in place du Trocadero il 13 maggio 2013, dopo che il PSG aveva vinto il suo terzo scudetto di campione nazionale. Ma alla fine i fautori del sì l’hanno spuntata. Lo schermo si accenderà con l’inizio degli ottavi di finale, il 28 giugno, in place de l’Hotel de Ville, Premier Arrondissement, Marais.
Se le cose calcistiche dovessero andare storte, i parigini potranno consolarsi attenuando l’amaro sapore della sconfitta con le mille delizie gastronomiche offerte dal Marais. Il quartiere, infatti, tra rue des Rosier, rue des Ecouffes, rue Vielle du Temple e rue Pavéè, pullula di ristoranti, take away, pasticcerie , dove la cucina ebraica è trionfo di profumi e gusti dal Vicino Oriente; dove falafel, hummus, pita, pastrami trovano interpreti eccelsi. Se chi è del luogo sa dove andare, voi annotate gli indirizzi che seguono. Nel cimento per il miglior falafel, la palma del vincitore spetta a L’As du falafel, 34 rue des Rosiers, piccolo locale davanti al quale la fila è perenne.

Nonostante ciò, il servizio veloce smaltisce il traffico in un battibaleno, e con spesa intorno ai sette euro a testa, bevande comprese, si può consumare al tavolo (occorre fortuna), o scegliere la via del take away. Al 26 della stessa rue sta guadagnando posizioni, e clienti, Falafel King. Maggior comodità le offre Chez Marianne, 2 rue des Hospitalières St-Gervais, sempre aperto fino alle 24, 25 euro la spesa.

Mani sapienti in cucina forgiano pastrami, insalate, taboulé, kofte, taramas. Salto di classe negli arredi, ma menu analogo a quello di Marianne e prezzi non esorbitanti, al Restaurant Kosher Pitzman, 8 rue Pavée, poco distante dalla fermata Saint Paul del Metro, accanto alla sinagoga Art Nouveau firmata da Hector Guimard. Newyorchese e kosher la lista di Schwart’s Delicatessen, 16 Rue des Ecouffes, che si distingue per i corposi burgers e per il bagel, tondo pane ebraico bollito in acqua e poi cotto al forno.
Al 6 di rue des Ecouffes c’è la Boucherie David, regina del pastrami e di altre prelibatezze. Non mancatela. E ugualmente non mancate una sosta in quel dolce paradiso chiamato La boutique jaune de Sacha Finkelsztajn, 24 rue des Rosiers. Si consiglia, a seguire, una sosta di riposo in hotel. Inutile suggerirvi nomi a Parigi. Internet pullula di buone offerte anche nel Marais. Sappiate, infine, che Alka Seltzer, in francese, si pronuncia Alkà Seltzér. Questione soltanto di accenti.
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