La Lega vota con le opposizioni e il governo va sotto sulla nomina del presidente del parco nazionale del Circeo, voluto dal ministro dell’Ambiente, il 5S Sergio Costa. È successo ieri in commissione Ambiente al Senato e tra i due alleati di governo sono volati gli stracci.

Il nuovo scontro tra gli azionisti della maggioranza va in scena alle 11:30: i leghisti avevano fatto trapelare di primo mattino il malumore per il candidato, il generale in pensione Andrea Ricciardi, ventilando la possibilità di rimandare la conta. I 5S però decidono di tirare dritto così il capogruppo del Carroccio, Luca Brizzarelli, annuncia parere contrario denunciando «mancanza di condivisione» nella scelta. I pentastellati si impuntano e si arriva al voto (non vincolante ma necessario). L’esito finale mostra i 5S da soli da un lato, i leghisti dall’altro insieme alle opposizioni di Pd, Fi e Fdi. Il governo va sotto e la nomina non passa. La reazione di Costa è durissima. «Non accetteremo diktat e respingeremo i tentativi di far nominare persone non adeguate a questo ruolo così delicato. La politica ha il compito di individuare i migliori presidenti e i partiti devono restarne fuori», aggiungendo poi di avere comunque concordato il candidato con i suoi sottosegretari, il 5S Salvatore Micillo e la leghista Vannia Gava.

Nel pomeriggio il ministro utilizza un registro più pacato ma la sostanza non cambia, Ricciardi verrà riproposto anche perché c’è l’accordo con il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti. «Sono molto sereno – spiega ai giornalisti -, non litigo mai con nessuno. Se ho sbagliato per un difetto di comunicazione intra-maggioranza faccio ammenda, il curriculum non ha viaggiato come doveva. Il generale Ricciardi è una persona di grandissimo spessore, l’over the top nella gestione ambientale. Essendo in pensione, è pure a costo zero». Per poi ribadire: «Ho chiuso un accordo di maggioranza sulle nomine: devono essere di alto profilo e non devono avere colore e appartenenza. Non voglio il consigliere comunale che non è stato eletto e bisogna trovargli il posto. Credo che sia giusto ripresentare il curriculum arricchito di tutta la storia del generale Ricciardi, per rappresentare che è l’uomo più adatto». L’incidente irrita l’ala ortodossa dei 5S così la presidente della commissione Ambiente al Senato, Vilma Moronese, attacca: «Il sistema delle nomine è cambiato, non esiste più il manuale Cencelli, quello dell’occupazione delle poltrone senza una logica. La candidatura è stata condivisa, come ha affermato lo stesso senatore leghista Arrigoni».

Matteo Salvini prende tempo («Cercherò di capire su questa nomina cosa c’è che non va» spiega alle telecamere Rai) ma dal suo partito nessun passo indietro. Il senatore Paolo Arrigoni ribatte: «Prima della seduta è stata anticipata in modo informale la non condivisone del metodo sulla proposta ma nulla da dire sulla persona. Il risultato della votazione è stato una conseguenza. Non stiamo parlando di manuale Cencelli ma di un percorso che può essere condiviso. Un metodo che auspichiamo avvenga per tutto. Il parere della commissione non è una mera ratifica, è il ministro a voler imporre diktat al parlamento». Anche questa volta, davanti all’ennesima spaccatura, fonti di maggioranza assicurano che non ci saranno conseguenze tra i partner di governo.

Resta però l’avviso ai naviganti, in particolare ai naviganti 5S. Sul tavolo non c’è solo il Parco del Circeo e la Lega vuole decidere in proprio 6 dei 12 presidenti di parco da assegnare, il metodo che piacerebbe al Carroccio (da quello che trapela) non è neppure la proposta di una rosa di nomi ma la decisione in solitaria, senza dare troppa enfasi ai curricula quanto alla vicinanza politica.

Ma, in generale, è il comparto ambiente quello su cui le visioni divergono in modo più forte e le prossime mine potrebbero scoppiare con il dl Semplificazioni, poi sulle trivelle, il settore energie e ancora sulle norme per l’end of waste, cioè l’economia circolare (particolarmente cara al ministro Costa) che avrà un impatto molto forte sui settori imprenditoriali, tradizionale bacino elettorale della Lega.