Syriza vincerà le elezioni per cambiare la Grecia e l’Europa, sostiene convinto il vicepresidente del Parlamento Europeo Dimitris Papadimoulis, che si prepara per dare battaglia elettorale e rompere il cerchio dell’austerità in Europa. Papadimoulis crede che la vittoria di Syriza offrirà una grande possibilità alla Grecia e ai paesi della Ue colpiti dalla crisi per cambiare gli equilibri in Europa. Dimitris Papadimoulis, è vicepresidente del Parlamento europeo, capogruppo degli europarlamentari di Syriza, con una lunga esperienza anche nel parlamento greco, dove è stato portavoce di Syriza. Proviene dai giovani dei comunisti democratici del Partito Comunista Greco e ha rappresentato per anni Synaspismos nel parlamento greco e nel Parlamento Europeo fino alla nascita di Syriza, di cui è diventato uno dei suoi più noti esponenti.

Come valutate il risultato della terza votazione?

Era quanto avevamo previsto. La sfida ora è di andare alle elezioni con una vera contrapposizione politica tra i programmi e i progetti per il futuro del paese. Senza il mercatino della paura e l’allarmismo, senza un clima politico da guerra civile, perché tutto questa provoca danni al paese e la sua economia. Noi abbiamo lavorato sempre per unire le forze democratiche e il nostro popolo. Non vogliamo divisioni. Il governo è stato costretto ad accelerare per l’elezione del presidente della repubblica perché altrimenti doveva far votare un altro pacchetto di misure di austerità. Sapevano molto bene che dopo le tre votazioni in parlamento dovevamo andare alle urne. E loro sanno bene che perderanno le elezioni. Per Syriza si presenta una vera sfida per cambiare il nostro Paese e non solo. Per questo serve una grande alleanza elettorale con un programma realistico, efficiente e pragmatico. Syriza è coerente con tutto quanto ha detto e fatto. Non fa alleanze occasionali. Gli ultimi anni abbiamo visto di tutto, Nuova Democrazia e Pasok governare insieme, un primo ministro venuto dalle banche senza nessuna legittimità e una pioggia di Memorandum e decreti fuori da ogni legittimità democratica e parlamentare.

Syriza rappresenta un pericolo per l’Europa?

L’obiettivo principale del nostro programma è far diventare la Grecia uno stato membro paritario con pieni diritti dentro l’Unione Europea e dentro l’eurozona. Un paese dove ci sarà in vigore lo stato di diritto e la giustizia sociale, con una crescita economica senza questa atroce disoccupazione e la galoppante recessione. Il programma di Syriza è pieno di proposte per cambiare la situazione, pieno di proposte per vere riforme. Il governo uscente ricorre ad un allarmismo pericoloso. È inevitabile che perderanno le elezioni. Le potevano perdere con dignità e senza cercare di fare ulteriore danno al nostro paese.
Le nostre proposte potranno aiutare l’Europa a rialzarsi in piedi, perché dobbiamo risolvere la questione del debito. Ora in tanti ammettono che la sola proposta possibile è la Conferenza Europea per il debito. Quando l’avevamo presentata sembrava che avevamo proposto la fine del mondo. L’unica proposta credibile per salvare l’Europa dal baratro è la nostra. Il voto dei greci sarà anche un voto per salvare l’Europa e risolverà parte dei problemi di tutti i paesi del Sud Europa compresa l’Italia.

I sondaggi dicono che Syriza vincerà le elezioni. Che dirà il giorno dopo all’Unione Europea?

Il governo che avrà come asse principale Syriza si muoverà per cercare risposte efficienti e realistiche a livello europeo, lato debito e politica fiscale. Vogliamo mettere ordine nelle nostre finanze e vedere la nostra economia tornare a crescere. Obbiettivi impossibili da raggiungere quando il debito pubblico vola al 180% del Pil. In tutti i paesi europei che si sono applicate le misure di austerità sono aumentati i debiti e si è distrutta l’economia. Abbiamo bisogno di far ripartire la nostra economia e per questo servono investimenti pubblici. Per questo il patto di stabilità rappresenta un cappio al collo dei popolo europei.
Il precedente governo era impegnato ad avere un surplus che doveva arrivare al 4,5% in media per i prossimi anni. Ma per avere un surplus di queste dimensioni in questa drammatica situazione significherebbe di distruggere completamente la nostra società. Dobbiamo liberarci da queste imposizioni e trovare il modo di creare lavoro vero e ben remunerato, ridistribuire la ricchezza e lavorare per la coesione sociale della nostra società. Anche questi non sono solo problemi della Grecia ma di tanti altri paesi europei.

Lei è anche vicepresidente del Parlamento europeo. Crede che una vittoria di Syriza può avviare un cambiamento in Europa tanto nei singoli paesi quando nelle istituzioni europee? Durante la campagna per le elezioni europee abbiamo visto un grandissimo interesse da parte dell’opinione progressista europea per la situazione in Grecia e la vittoria di Syriza nelle elezioni europee. Con Syriza à nata una grande speranza e noi abbiamo il compito di far diventare questa speranza una concreta realtà per cambiare le condizioni di vita dei nostri cittadini. Come valutate la mobilitazione di tanti italiani a favore di Syriza o perlomeno del diritto del popolo greco di scegliere liberamente il suo governo senza le pressioni e i ricatti?

Hanno visto giusto tutti quelli che hanno firmato l’appello «Cambiar la Grecia – Cambiare l’Europa», perché hanno una concezione globale per la dinamica della crisi e una visione solidale per risolvere i problemi dentro l’Unione Europea. Rappresentano tra l’altro una gran parte delle forze migliori dell’Italia. A molti di noi ha onorato il sostegno dei cittadini italiani, di scrittori come Andrea Camileri o medici come Gino Strada. Questo ha molto significato per un paese in piena crisi umanitaria e con una parte della sua popolazione senza nessuna assistenza sanitaria grazie alle politiche di austerità. Siamo contenti che tante persone che lavorano al manifesto, come la sua direttrice, Norma Rangeri, abbiano firmato l’appello.
In Syriza, dall’inizio, abbiamo detto che non lasceremo nessuno solo nella crisi. Noi abbiamo il compito di unire tutto quanto viene diviso da queste drammatiche politiche di austerità. E cerchiamo di farlo nel modo migliore, con la solidarietà a livello nazionale e a livello internazionale. Solo così potremo ricostruire l’Europa con i suoi popoli. ll leader di Podemos Pablo Iglesias ha detto recentemente, e ha ragione, che le elezioni in Spagna alla fine dell’anno partiranno dalla Grecia.