«Il letargo lasciamolo agli orsi! Di fronte all’avanzata delle destre c’è bisogno di mettere sottosopra il paese, altro che ’svegliatemi tra 10 anni, quando tutto questo sarà finito’. Ci vediamo a Roma per l’assemblea nazionale di Potere al popolo». L’appello è stato lanciato da Viola Carofalo via social, l’appuntamento è per oggi dalle 10 allo Spin Time Labs, lo stabile occupato in cui il cardinale Konrad Krajewski ha riallacciato la corrente, staccata per morosità: «Per capire come cambiare il paese dal basso abbiamo scelto uno spazio sottratto alla speculazione – spiega Pap -. È importante dare sostegno alle 480 persone che ci abitano e ai tanti progetti di partecipazione che organizzano».

Dall’assemblea ripartirà la campagna d’adesione e potrebbe esserci una sorpresa. «L’idea di Casini di mettere insieme Bruno Tabacci, Mara Carfagna e Carlo Calenda riporta il dibattito sul centro al vecchio gioco degli organigrammi»: è il post che ieri campeggiava sulla bacheca dell’Associazione Popolari. L’ex ministro dello Sviluppo economico ha immediatamente twittato: «Piuttosto mi iscrivo a Potere al popolo». Carofalo di rimando: «Caro Carlo Calende, iscrizione no, quota d’adesione (chiaramente maggiorata) sì!».

In attesa di clamorosi sviluppi, è tempo di bilanci e nuovi inizi. Ventisei Case del popolo aperte in giro per l’Italia, nove consiglieri comunali e municipali eletti nell’ultima tornata amministrativa, l’edizione del Manuale del mutualismo a cura dell’Ex Opg Je so’ pazzo. Ma, d’altro canto, anche la decisione di non partecipare alle elezioni europee, dove per altro realtà di riferimento come La France insoumise sono andate male. «Non ci siamo però ritirati dai territori – commentano -, abbiamo continuato a fare attività sociali, sostenuto le lotte dei lavoratori. Siamo stati presenti nella rivolta dei balconi contro Salvini, accanto a Mimmo Lucano per l’accoglienza diffusa».
All’appuntamento di oggi Pap arriva avendo avviato 13 tavoli di lavoro attraverso cui sviluppare le prossime mobilitazioni d’autunno. Tra i temi più urgenti, la costruzione di una campagna contro la tassa piatta: «Il sistema fiscale progressivo è già stato fortemente intaccato – spiegano -. Invece di abolirlo del tutto, come si vuole fare con la flat tax, bisogna invertire radicalmente la direzione». Fondamentale anche una nuova declinazione del lavoro, tornando anzitutto a discutere di riduzione dell’orario settimanale.