Sono passati cinque anni – che per il mondo del pop sono un’eternità da Sunny Side up, seguito semi reggae con cui sparigliava le carte da un esordio – These streets – deliziosamente rock. L’autore, lo scozzese Paolo Nutini dalle chiare origini italiane (ma lui oltre a ’arrivederci’ e ’buonasera’ della lingua degli avi poco conosce…), non pago cambia nuovamente strada e licenzia con Caustic love – splendida cover su sfondo nero in uscita il 15 aprile – un album dai toni profondi soul e funk, coprodotto insieme al sound engineer Dani Castelar e registrato tra Valencia, Londra, Glasgow e negli Stati uniti.

«Perché ho impiegato così tanto tempo a realizzare un nuovo disco? In realtà – spiega – dopo Sunny Side Up sono stato in tour due anni. E ho sentito la necessità di disintossicarmi». Dai morbidi toni in levare del predessore, alle calde movenze molto vintage di Caustic Love: «A dire il vero non ho mai avuto uno stile predefinito, e tutto cambia a seconda dei musicisti con cui lavori e ti confronti. Sicuramente con il prossimo affronterò altri sentieri…» Su Iron Sky – toni epici e melodia esplosiva – viene utilizzato il monologo del grande dittatore di Chaplin. «Sono un suo grande fan è mi è sembrato naturale usarlo per parlare delle difficoltà di capire chi dovrebbe rappresentarci. Come sta succedendo – allude malizioso – in Italia adesso…». Anche se sulla questione della rappresentatività frena un po’ quando gli si chiede cosa ne pensa del referendum scozzese che il 18 settembre porterà alle urne gli elettori per chiedere l’indipendenza dall’Inghilterra, rispondendo diplomatico: «Le motivazioni sono reali, e servirà per rimettere in contatto la gente con la politica». Decisamente british.

Nei due anni di stop Nutini ha studiato: «Ho voluto concedermi il gusto di imparare senza dover per forza di cose applicare le mie conoscenze a qualcosa di specifico. Sicuramente non ho guadagnato molto, ma mi sono quasi…salvato dalla follia». Il segreto della riuscita del terzo lavoro è stato forse aver lasciato fuori dallo studio l’etichetta e qualsiasi influenza…esterna: «Volevo far sentire quel sound, volevo quei musicisti. Il mio compito principale è stato far sì che nessuno si sentisse sotto pressione». Dal rhythm’n’blues di One Day, passando per la pulsante Let me down easy, le cinque stellette vanno a Fashion, duetto con Janelle Monae: «È una delle voci più belle e mi è sembrata molto credibile su questa canzone, dove riesce ad essere al contempo anche ironica. Ma non è un pezzo contro il sistema moda».