Paolo Ferrero (vicepresidente del partito della sinistra europea, ndr)secondo De Magistris non ci sono le condizioni per una lista unitaria a sinistra. È così?

Luigi ha registrato un clima non positivo, con rigidità, parole sbagliate, veti. Capisco l’amarezza ma lo invito a ripensarci e a giocare la partita: il suo ruolo è importante per la riuscita del progetto. I problemi ci sono, ma è necessario riprovarci, e io credo che ce la faremo: sarebbe criminale se la sinistra antiliberista di questo paese non si presentasse unita alle europee. Per questo ho convocato (ieri,ndr) le organizzazioni che fanno parte o hanno rapporti con il Partito della Sinistra Europea: se non riusciamo a partire dall’Italia, proviamo a partire dall’Europa.

De Magistris contesta la vostra scarsa unità. Si sbaglia?
Nel confronto avvenuto sin qui taluni, sbagliando, hanno accentuato le differenze. Si tratta di fare il contrario e di mettere al centro quanto ci unisce lasciando ai margini gli elementi di divisione. Siamo tutti contro le politiche liberiste dell’Unione, siamo tutti concordi chesono inscritte nei trattati che quindi questi non possono essere accettati e che occorre rovesciare le politiche in termini di giustizia sociale, redistribuzione del reddito e del lavoro, riconversione sociale e ambientale.

Ma sull’Europa siete d’accordo?
Sull’Europa e sull’euro ci sono posizioni diverse in tutte le forze in Italia e in tutta Europa. Il punto è se si mettono al centro le divisioni sull’euro oppure la convergenza sulla lotta alle politiche liberiste. Occorre unire tutte e tutti coloro che sono contro le politiche liberiste e le vogliono superare in senso egualitario e solidale. È sbagliato dividere il movimento sulla moneta unica: la lista nel programma non deve proporre di uscire dall’euro ma questo non deve impedire a chi vorrebbe uscirne di stare nella lista.

Crede possibile far convivere pro euro e no euro in una stessa lista?
Certo, accade in tutta Europa, dalla Francia alla Germania, dalla Spagna al Portogallo. Dentro Unidos Podemos o nella Linke, ci sono no euro come in Rifondazione, Sinistra italiana e Potere al popolo. Non solo, ma tutti questi, da Mélenchon alla Linke, stanno nello stesso gruppo, il Gue che, faccio notare, è un gruppo in cui siedono anche verdi di sinistra. In tutta Europa il Partito della Sinistra Europea opera per presentare liste unitarie delle forze della sinistra di alternativa. Non abbiamo nemici a sinistra, l’unica discriminante è essere alternativi ai liberisti e quindi anche al Pd e ai socialisti europei.

Cofferati propone una lista rossoverde tra Partito sinistra europea e verdi. Siete d’accordo?
Ad ogni giorno il suo affanno. Oggi dobbiamo verificare la possibilità di una lista di sinistra, ovviamente per la giustizia sociale per la tutela dell’ambiente, la pace e la lotta al patriarcato. Se saremo in grado porre le basi di questa lista, dobbiamo discutere con tutti quelli che condividono un’impostazione antiliberista. Ma evitiamo di mettere il carro davanti ai buoi.

La lista che lei propone somiglia all’Altra Europa con Tsipras. Che si è spaccata appena eletta. Perché stavolta gli elettori dovrebbero credere che andrà meglio?
L’Altra Europa ha eletto tre deputati che nel Gue hanno fatto un magnifico lavoro, a partire da Eleonora Forenza che ha costruito grandi connessioni con i movimenti sociali. L’unità si costruisce con la pratica unitaria. Confido che uno spazio unitario possa essere occupato e considerato proprio dai soggetti oggi in lotta: gli studenti, le donne che hanno costruito un grande movimento, i lavoratori e le lavoratrici che hanno ripreso parola, chi si oppone alla devastazione del welfare e del territorio.