Da tempo il lessico dell’emotività ha sommerso i discorsi sull’esperienza estetica. «Immersività» è il concetto-chiave: le mostre sono «percorsi sensoriali» immersivi; i film sono emozionanti immersioni negli affari dei personaggi; i romanzi sono «potenti» o «commoventi» testi in cui immergersi. La tirannia delle emozioni di Paolo D’Angelo (Il Mulino, pp. 240, € 22,00) limita al campo estetico la propria indagine sull’«emotivismo», sebbene collochi questo sintomo sociale – questo qualcosa che parla per qualcos’altro, questo espediente retorico di silenzi collettivi – in una dimensione più ampia, che interessa anche i dibattiti politici, etici, morali. Perché, si chiede D’Angelo, negli spettatori «l’emulazione...
Alias Domenica
Paolo D’Angelo, capire cosa ci rende tristi comporta l’essere tristi? Tra il senso e i neuroni
Intervalli filosofici. Un saggio di Paolo D’Angelo indaga «La tirannia delle emozioni», Il Mulino